Giocosa come l’immaginazione dei bambini la scuola di Andrés Jaque

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A El Encinar de los Reyes, a nord di Madrid, lo studio di Andrés Jaque / Office for Political Innovation (Offpolinn) ha progettato un edificio scolastico seguendo il Reggio Emilia Approach, filosofia educativa fondata sull’immagine di un bambino con forti potenzialità di sviluppo e soggetto di diritti, che cresce nella relazione con gli altri.

 

Il volume dell’edificio è altamente efficiente, anche grazie sia alla sua disposizione su più livelli, ph. ©José Hevia.

 

L’edificio, colorato e giocoso come l’immaginazione di un bambino, è quindi pensato come un ecosistema complesso che consente agli alunni una continua sperimentazione sociale.
Il “Colegio Reggio“, questo il nome del complesso, è stato sviluppato dialogando con insegnanti, bambini e genitori come un processo partecipato che ha riconosciuto idee, preoccupazioni e sensibilità.

 

Il sughero, utilizzato come rivestimento esterno e per l’isolamento termico copre l’80% del volume dell’edificio, ph. ©José Hevia.

 

L’edificio di sei piani si caratterizza per le pareti di sughero – che funge sia da superficie esterna sia da isolante termico – gli archi in cemento, le finestre a oblò e i tetti a zigzag.
«Evitando l’omogeneizzazione e gli standard, la complessità stratificata dell’ambiente diventa leggibile ed esperienziale nell’architettura, che funziona come un assemblaggio di diversi climi, ecosistemi, norme e tradizioni architettoniche» ha spiegato il progettista Andrés Jaque.

 

La scuola è progettata da Andrés Jaque / Office for Political Innovation (Offpolinn) in collaborazione con l’ingegnere e ricercatore Iago González Quelle di Qube Ingeniería de Estructuras, ph. ©José Hevia.

 

Per creare spazi che supportano pienamente il metodo educativo, l’edificio è organizzato come una mini città verticale. Ogni livello ha un’atmosfera diversa per alunni di età crescente man mano che si sale.
Attorno al giardino interno protetto da una struttura a serra, come in un piccolo villaggio, sono organizzate le aule per gli studenti più grandi. Questa distribuzione degli usi implica un processo di maturazione continuo che si traduce nella crescente capacità degli studenti di esplorare l’ecosistema scolastico da soli e con i loro coetanei.

 

All’interno, le aule e gli altri spazi didattici sono intervallati da giardini interni, ph. ©José Hevia.

 

Nei due piani intermedi gli ambienti sono organizzati attorno a un grande vuoto alto otto metri aperto attraverso grandi archi, concepito come la principale piazza sociale della scuola. Qui l’architettura incoraggia insegnanti e studenti a partecipare alla vita scolastica e a conoscere la natura.

 

La principale piazza sociale della scuola è uno spazio semiaperto attraversato dall’aria temperata della campagna vicina, ph. ©José Hevia.

 

Un approccio volto a ridurre al minimo gli sprechi ha portato a lasciare tubi, condutture, cavi e griglie esposti anziché nascosti. Tutti gli impianti sono mantenuti visibili come parte dell’ecosistema visivo e materiale dell’edificio anche perché diventino un’opportunità per gli studenti di interrogarsi su come avvengono scambi e circolazioni di acqua, energia e aria.

L’architettura è stata sviluppata attraverso una strategia a basso budget per ridurre la propria impronta ambientale basata sui alcuni principi di progettazione come la verticalità per ridurre l’occupazione del suolo.

 

Dettaglio degli archi in cemento che incorniciano gli spazi interni ed esterni ai livelli intermedi, ph. ©José Hevia.

 

Nell’edificio, inoltre, non sono utilizzati rivestimenti, controsoffitti, pavimenti tecnici sopraelevati, rivestimenti delle pareti, facciate ventilate. La quantità complessiva di materiale utilizzato nelle facciate, nei tetti e nelle partizioni interne è stata ridotta di quasi la metà rispetto a un edificio scolastico tradizionale semplicemente sostituendo gran parte della costruzione con semplici strategie di isolamento termico e distribuzione dei sistemi meccanici.

Il risultato presenta un edificio nudo dove la visibilità non modificata dei suoi componenti operativi ne definisce l’estetica.

 

Tutti gli impianti sono mantenuti visibili come parte dell’ecosistema visivo e materiale dell’edificio, ph. ©José Hevia.

 

L’80 per cento dell’involucro dell’edificio è rivestito esternamente con il sughero, che fornisce un isolamento termico doppio di quanto richiesto dalle normative di Madrid. A questo si aggiunge la riduzione passiva del 50 per cento dell’energia consumata durante il riscaldamento degli interni della scuola.
La superficie irregolare del sughero infine consente l’accumulo di materiale organico, in modo che l’involucro dell’edificio diventi nel tempo l’habitat di numerose forme di funghi microbiologici e di vita vegetale e animale.

 

La sostenibilità ha giocato un ruolo chiave nel plasmare l’estetica dell’edificio, ma anche nel mantenere bassi i costi, ph. ©José Hevia.

 

Con la guida del ricercatore e ingegnere strutturale Iago González Quelle di Qube Ingeniería de Estructuras la struttura dell’edificio è stata modellata, analizzata e dimensionata in modo che lo spessore delle pareti di carico possa essere ridotto in media di oltre 150 mm rispetto alle tradizionali strutture in cemento armato. Nel complesso, ciò ha comportato una riduzione di un terzo dell’energia e delle emissioni incorporate nei materiali che formano struttura dell’edificio.

 

Le scuole che seguono il Reggio Emilia Approach offrono più spazio alla creatività e all’immaginazione rispetto agli ambienti didattici tradizionali, ph. ©José Hevia.

 

Essendo adiacente al parco pubblico lineare di Valdebebas, la scuola riduce al minimo la sua costruzione complessiva e l’uso del territorio usufruendo del parco per i corsi di ginnastica, di scienze e altri programmi didattici.
In questo modo, l’educazione viene attuata come un processo di interazione sociale e lo spazio pubblico viene attivato come luogo di vivace interazione intergenerazionale.

 

Costante l’interazione con il paesaggio circostante, ph. ©José Hevia.

Completato nel 2022, il Colegio Reggio è stato premiato nel 2022 dall’Architect’s Newspaper come Project of The Year Award 2022 e con il Best Façade Award 2022.
Ha vinto inoltre il Beau Award della XVI Bienal Española de Arquitectura y Urbanismo, il premio catalano FAD Architecture Award 2023 e il IV Premio Mini de Diseño nel 2024.

Andrés Jaque / Office for Political Innovation (Offpolinn)

Andrés Jaque, ph. ©Miguel de Guzman.
Andrés Jaque, ph. ©Miguel de Guzman.

Lo studio di architettura, con sede a New York e Madrid, lavora all’intersezione tra progetto e ricerca. Ha ricevuto importanti riconoscimenti come il premio Frederick Kiesler per l’Architettura e le Arti, il Leone d’argento per il miglior progetto di ricerca alla XIV Biennale di Venezia e il premio Dionisio Hernández Gil. Lo studio è stato fondato ed è guidato da Andrés Jaque, architetto, scrittore e curatore, preside e professore di architettura presso la Graduate School of Architecture, Planning and Preservation della Columbia University.Nel 2018 ha co-curato Manifesta 12 a Palermo ed è stato curatore capo della Biennale di Shanghai svoltasi nel 2021.

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