L’engineering romana Speri, fondata nel 1974 da Giuseppe Lupoi e oggi guidata dalla seconda generazione, con Giorgio Lupoi amministratore delegato e Alessio e Francesco nel CdA, si trasforma in Spa, con l’apertura dell’azionariato ai principali direttori verso un modello di employee ownership.
I mercati di riferimento dell’attività di Speri – in forte crescita, l’esercizio 2022 è passato da 14,4 a 32 milioni di euro – sono il settore alberghiero; il mondo delle infrastrutture, con una competenza specifica nell’ammodernamento delle opere esistenti con tecniche basate su efficienza, manutenibilità, durabilità e sostenibilità; la progettazione integrata e multidisciplinare.
Speri inoltre è attiva nel settore energetico e ambientale con importanti servizi per Enel Green Power e Alstom.
Il modello Speri è un concreto riferimento per i giovani, donne e uomini di talento, da nord a sud. «Attraverso l’innovazione dei processi vogliamo rilanciare la grande cultura tecnica italiana – osserva Giorgio Lupoi. Il costante investimento nell’innovazione e nella digitalizzazione, valori condivisi di sostenibilità e inclusività, di famiglia e work-life balance sono i driver del piano strategico di Speri che hanno permesso di attrarre giovani talenti, in sette casi su dieci under 35, e di ottenere la certificazione per la parità di genere con un gender split 58-42. In questo contesto si deve inquadrare la nostra scelta di integrare professionalità di rilevante esperienza internazionale e consolidare collaborazioni strategiche con l’industria e il mondo accademico, l’Università La Sapienza di Roma, Federico II di Napoli e l’Università di Pavia».
Il progetto Speri 2026 è ancora più ambizioso, con proiezione di fatturato a 100 milioni di euro, grazie al forte impulso dei mercati esteri, e un team che vuole raggiungere quota 1.000.