LAVORI PUBBLICI, PARTITA LA RIVOLUZIONE BIM

Nel 2018 il mercato italiano della progettazione in Bim è salito a 246 milioni di euro, con una crescita di 8 volte rispetto all’anno precedente. 

Il trend positivo è più marcato nel IV trimestre 2018, con 80 bandi per un valore di 163 milioni di euro (in totale nel 2018 le procedure che richiedono l’adozione del Bim sono state 291, contro le 99 del 2017).

È quanto emerge dai dati diffusi dal Centro studi del Consiglio Nazionale degli Architetti PPC e dal Cresme.

Come è noto, in conseguenza del D.M. 1 dicembre 2017, n. 560 del Mit dal 1° gennaio di quest’anno è diventato obbligatorio l’uso di metodi di modellazione informatica per l’edilizia e le infrastrutture nelle fasi di progettazione, costruzione e gestione di lavori complessi di importo a base gara pari o superiore a 100 milioni di euro. 

Sembrerebbe che le stazioni appalti pubblici abbiano deciso di adottare la direttiva prima dell’avvio dell’obbligo e anche per gare di importo inferiore ai 100 milioni. Del resto è noto che l’obbligatorietà crescerà fino a investire, dal 2025, tutte le opere pubbliche di qualsiasi importo.

Riguardo alla committenza, nel 2018 si distinguono per numero di gare (172 su 291 totali) dove è richiesta la metodologia Bim le Amministrazioni pubbliche centrali, in primo luogo l’Agenzia del Demanio, e le Regioni per importo totale (9 gare per 35,5 milioni di euro). Anche i gestori di servizi pubblici, Anas in primis, svolgono un ruolo importante.

Lo scenario della crescita del Bim è dovuto anche alla consapevolezza che si tratta di uno strumento che contribuisce all’evoluzione del settore della progettazione e delle costruzioni.  


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