Metal Panic, la mostra-cantiere di Marcello Maloberti al PAC di Milano

Il Pac – Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano ospita fino al 9 febbraio 2025 la più ampia e completa esposizione mai dedicata a Marcello Maloberti: Metal panic, una dichiarazione d’amore alla città di Milano che fin dagli esordi ha accompagnato l’artista nella costruzione della sua pratica. Il progetto di allestimento è firmato da Scandurra Studio.

 

Cielo è un’installazione presentata per la prima volta alla Bangkok Art Biennale del 2022 e riadattata oggi per gli spazi esterni del PAC. La scritta al neon bianco ìnella grafia dell’artista, ph. ©Andrea Rossetti.

 

Curata da Diego Sileo, l’esposizione è pensata come un libro d’artista che raccoglie e intreccia tutti i temi fondanti della ricerca di Maloberti, come l’elevazione della parola scritta nella sua dimensione poetica, la sacralità del quotidiano, l’attenzione ai cambiamenti e alle trasformazioni del paesaggio urbano, attraverso un nucleo di lavori degli anni Novanta, opere più recenti e produzioni inedite.

 

Le Martellate sono una serie iniziata da Maloberti nel 1990. Nello spazio del parterre, otto neon, come pagine di un libro aperto, formano delle frasi di luce davanti alla vetrata di fondo che dà sul giardino che il PAC condivide con la Galleria d’Arte Moderna, ph. ©Andrea Rossetti.

 

L’idea di “lavori in corso” pervade l’intero percorso espositivo e si concretizza nella scelta di usare attrezzature e materiali da cantiere per la creazione delle opere. Molte di queste, infatti, sono pensate appositamente per gli spazi del Padiglione, come se si trovassero ancora dietro le quinte o in progress.

 

Rovesciato e sospeso al soffitto, M (2024) è un cartello stradale di ingresso a Milano, che segnala l’inizio della mostra, ph. ©Andrea Rossetti.

 

All’esterno del Pac si staglia Cielo (2024), installazione costituita da una scritta ribaltata al neon posta a venti metri d’altezza e sorretta dal braccio meccanico di un camion. Ispirandosi a uno dei suoi grandi maestri, Piero Manzoni, l’artista capovolge il punto di vista dell’osservatore creando un monumento/anti-monumento, una colonna infinita, una fuga verso l’alto.

Immaginando l’intera mostra come un cantiere contemporaneo in continua trasformazione, dove tutto pare sospeso e in potenza, Maloberti ha modificato lo spazio fisico alterando l’estetica del Padiglione con l’installazione site-specific Ultimatum (2024) che ricopre parzialmente la facciata con elementi in acciaio zincato.

 

Tilt (2024) è un guardrail si snoda tra le stanze del padiglione, ph. ©Andrea Rossetti.

 

Un elemento cardine della mostra sono le didascalie, costituite da due lastre in acciaio zincato incise ricalcando la grafia dell’artista: collocate all’altezza dello sguardo, non si limitano a fornire informazioni, ma si stagliano come una linea dell’orizzonte in un alternarsi di pieni e vuoti che ricorda le righe di un quaderno.

Maloberti pensa alle didascalie anche come a una nuova opera, Incipit (2024), nella quale ciascun titolo rappresenta il principio di un libro mai scritto.

 

Petrolio (2024) è un omaggio all’omonimo romanzo di Pier Paolo Pasolini lasciato incompiuto alla sua morte nel 1975. I libri, aperti a metà e allineati come soldati, hanno coltelli da cucina come segnalibri, ph. ©Andrea Rossetti.

 

L’atto di ribaltare, frequente nella poetica dell’artista, caratterizza l’opera M (2024) in cui il gesto assume una specifica valenza politica. Il titolo è, infatti, un rimando all’iniziale di ‘Mussolini’ mentre la sua posizione capovolta emula il corpo del dittatore esibito in piazzale Loreto nell’aprile 1945.

Capovolto è così anche il cartello stradale che segna l’ingresso nella città di Milano: riveste simbolicamente la funzione di porta, una soglia rovesciata e, dunque, inaccessibile al pubblico.

 

Marcello Maloberti, Martellate – torna presto, 2024. Courtesy l’artista e Galleria Raffaella Cortese, Milano, ph. ©Andrea Rossetti.

 

Maloberti è intervenuto sull’architettura dello spazio espositivo anche con l’opera Tilt (2024), dove un guardrail, che solitamente funge da dispositivo di sicurezza stradale, è qui incastonato su basamenti in marmo, disegnando una curva dal profilo tagliente che obbliga lo spettatore a compiere un percorso prestabilito dall’artista.

 

In search of the miraculous (2024), ph. ©Andrea Rossetti.

 

Nel parterre otto neon di diverse dimensioni danno forma a Martellate (2024), un progetto che Maloberti porta avanti da più di trent’anni e che racchiude alcuni degli slogan filosofici, degli aforismi e delle poesie più celebri dell’artista.

Il catalogo della mostra è pubblicato da Silvana Editoriale, in italiano e in inglese, con testi di Diego Sileo, Giulio Dalvit, Luca Cerizza e un’intervista inedita all’artista realizzata da Vittoria Matarrese.

 

Marcello Maloberti, una vista della mostra Metal Panic, ph. ©Andrea Rossetti.

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