MILANO, IL PALAZZO DI FUOCO CAMBIA PELLE

GBPA Architects si è aggiudicata la gara per la progettazione architettonica integrata della riqualificazione dello storico edificio denominato Palazzo di Fuoco di piazzale Loreto a Milano.

La scelta dei proprietari dell’immobile, il fondo immobiliare All Star gestito da Kryalos Sgr, è caduta sulla società degli architetti Antonio Gioli e Federica De Leva.

Render della nuova facciata del Palazzo di Fuoco (progetto GBPA Architects)

Il Palazzo di Fuoco (1958-1961), progettato dagli architetti Giulio Minoletti e Giuseppe Chiodi, è un edificio originale per l’epoca: fu infatti realizzato con superfici vetrate illuminabili. Di sera la facciata assumeva una singolare presenza luminosa: un arcobaleno di luci colorate. Sul tetto-terrazza, come coronamento, svettavano delle installazioni (ora rimosse): una stazione metereologica, un nastro sui cui scorrevano le notizie quotidiane e l’orologio più grande d’Italia, con i suoi nove metri d’altezza. 

La scelta progettuale dei tecnici incaricati ha voluto preservare quanto più possibile l’idea originale e l’immagine dell’edificio, riprendendo i temi caratterizzanti dell’architettura di Minoletti, riletti e reinterpretati alla luce della realtà contemporanea e delle tecnologie oggi a disposizione.

Come allora, anche oggi i temi conduttori che guidano il progetto rimangono fedeli a quelli di Minoletti: luce, colore, trasparenza, permeabilità, comunicazione e relazione con la città.

Il Palazzo di Fuoco di piazzale Loreto a Milano (1958-1961), progettato dagli architetti Giulio Minoletti e Giuseppe Chiodi

Il progetto prevede la sostituzione degli infissi esistenti con elementi di migliori prestazioni, mantenendo invariato il disegno del prospetto, che rimane scandito dal ritmo regolare dei montanti principali, verticali e orizzontali, e dei moduli vetrati.

Gli elementi vetrati a tutt’altezza contribuiscono ad aumentare la trasparenza generale dei fronti e il rapporto fra interno ed esterno. Il tema della permeabilità è definito attraverso la realizzazione di una piazza interna con copertura vetrata e due ingressi che rendono l’edificio accessibile sia da viale Monza che da via Padova. La nuova corte diventa così un luogo vivibile, d’incontro, di lavoro, animato dall’acqua e dal verde, temi questi ricorrenti nell’opera di Minoletti.

L’obiettivo del progetto è dare nuovamente vita e vivacità all’edificio e agli spazi ad esso direttamente collegati attraverso la possibilità di inserire servizi per la collettività, spazi di relazione, ambienti creativi e informali, flessibili e multifunzionali.

Il progetto delle nuove facciate si completa con il ripensamento dell’illuminazione notturna dell’edificio attraverso l’applicazione delle tecnologie Led, che consentono di riproporre quella dicotomia fra pieni e vuoti, fra giorno e notte pensati fin dall’origine da Minoletti.

La nuova illuminazione restituisce all’edificio anche la sua funzione originaria di comunicazione che, se prima limitata ai dispositivi in copertura, si espande ora a tutta la superficie dei fronti. Attraverso la sua griglia luminosa tutta la facciata si interfaccia in maniera dinamica con la città e parla ai suoi spettatori, comunicando l’orario, la temperatura e altri contenuti.

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