MONDI IN COSTRUZIONE

 

Alla Barbican di Londra, fino a Febbraio 2015, Constructing Worlds: Photography and Architecture in the Modern Age si presenta come un’analisi eteroclita tra la dimensione architettonica e la sua immagine. Volumi e paesaggi trasformati in istante.

Constructing Worlds: Photography and Architecture in the Modern Age ha inaugurato il 25 settembre, alcune settimane in anticipo, rispetto all’appuntamento di Frieze. A buon diritto. Smarcandosi dunque dagli eventi che hanno illuminato e accecato Londra, e la sua Contemporaneità. Alla Barbican, a nord della City, nel cuore del Barbican Estate, diciotto fotografi e oltre duecentocinquanta lavori, datati dai primi anni Trenta fino ai giorni nostri, interpretano mondi costruiti e in costruzione. Il percorso ambisce a formare e a ispirare l’occhio di chi lo attraversa, proponendo ricorrenti emersioni di temi e sembianze, di esperimenti mentali e visuali, di riquadri prospettici e territori impressionati che si trasformano in paesaggi inusuali, colti nell’istante immortale della loro rappresentabilità.

Berenice Abbott, Rockefeller Center, New York City, 1932, ©Berenice Abbott, Courtesy of Ron Kurtz and Howard Greenberg Gallery, New York

Nelle fotografie di Berenice Abbott, nella Manhattan degli anni Trenta, palazzi senza fine si spalancano in verticale, innalzandosi ad ogni lato della strada, nel mezzo di vicoli, di finestre, cartelloni pubblicitari e punti di riferimento che sembrano mettersi in mostra insistendo sulla circonferenza dell’obiettivo. Nelle foto di Abbott l’immagine si trasforma in anatomia urbana, dissezionando e riscoprendo attitudini alla drammaticità accostante a vicinanze familiari con il regno delle ombre. Il suo lavoro è posto come un’introduzione a Constructing Worlds, una reale dichiarazione di poetica nei confronti delle duecentocinquanta finestre sul mondo che esattamente mondo, nelle sale dell’istituzione londinese, non sono più.Perché strade e infrastrutture appaiono, si esprimono secondo determinati canoni, nel momento in cui vengono fissate dall’obiettivo? Che cosa rivela della società che lo costruisce, ad esempio, un rampante grattacielo nel cuore di New York? E quale cambiamento avviene ad una fotografia pubblicata dapprima su una rivista e, in un secondo tempo, stampata e incorniciata secondo diverse proporzioni?

 

 

Lucien Hervé,  High Court of Justice, Chandigarh, 1955 , The Getty Research Institute, Los Angeles (2002.R.41). ©J. Paul Getty Trust,  With permission from Fondation Le Corbusier, Paris and Judith Elkan Hervé. © 2014 DAC

 

 

Nadav Kander, Chongqing XI, Chongqing Municipality, 2007 © Nadav Kander, courtesy Flowers Gallery

 

 

Iwan Baan, Torre David #1, 2011, image courtesy of the artist and Perry Rubenstein Gallery, Los Angeles. 

Dopo i monocromi magnetici dei primi fotografi, la galleria espande gli occhi grazie ai technicolor di Julius Shulman’s, immagini degli anni Cinquanta delle Case Study Houses in California, incapsulando all’interno di un paesaggio stilemi architettonici diventati sinonimo quotidiano di stile di vita. Poco oltre, i grigi periferici di Walker Evans (con la serie di foto dedicata al Deep South) mettono in mostra scene familiari dissolte e dissolute, emblema di un contrasto tra il boom capitalista e il racconto parallelo di una nazione cresciuta troppo in fretta.

I restanti mondi in costruzione, alla Barbican, fanno il giro della Terra, portando la firma di: Guy Tillim per Mozambico, Angola e Congo; Andreas Gursky per il Brasile; Nadav Kander per la Cina, così come di Bas Princen per il Middle East. Da non dimenticare anche il fotografo inglese Simon Norfolk e la sua serie sull’Afghanistan, proprio come Iwan Baan per la sua Torre David. Impagabili, inoltre gli sguardi ipostatizzati di Ed Ruscha, Luisa Lambri e Stephen Shore.

Atto Belloli Ardessi

Guy Tillim, Grande Hotel, Beira, Mozambique, 2008 © Guy Tillim. Courtesy of Stevenson, Cape Town and Johannesburg (Diptych) 

Hiroshi Sugimoto,  World Trade Centre (Minoru Yamasaki), 1997. Courtesy of Hiroshi Sugimoto 

  

Thomas Struth,  Clinton Road, London, 1977 © Thomas Struth 

Bas Princen,  Cooling Plant, Dubai, 2009. Courtesy of Bas Princen 

Bernd and Hilla Becher, Lessines, Belgium, 2010. Courtesy of Hilla Becher 

 

Simon Norfolk, Former Soviet-era ´Palace of Culture´, Kabul, 2001 – 02. Courtesy of Simon Norfolk 

 

Hélène Binet, Jewish Museum Berlin, Daniel Libeskind, Untitled 9, July 1997. Courtesy of Hélène Binet 

 

Ed Ruscha, Dodgers Stadium, 1000 Elysian Park Ave., 1967/1999, © Ed Ruscha. Courtesy of the artist and Gagosian Gallery 


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