Murano Villa, da fabbrica del fare a fabbrica dell’ospitare

Sorge all’interno della storica vetreria De Majo di Murano il nuovo hotel NH Collection Venezia Murano Villa. Curato dallo studio di architettura H&A Associati di Venezia, il progetto dell’hotel 4 stelle superior richiama le origini di una delle prime vetrerie di Murano.
L’intera struttura ha conservato il complesso dei dodici fabbricati preesistenti come richiamo all’intero ciclo produttivo e ovunque, nei diversi ambienti e spazi dell’hotel, sono intatte alcune tracce della precedente destinazione d’uso.

 

I corpi ben distinti fra loro, per dimensioni, forma, caratteri costruttivi e funzione, la cui diversità è stata assunta come elemento caratterizzante del complesso, ph. ©Daniele Domenicali.

 

Piero Giovannini, partner e fondatore di H&A Associati, spiega la genesi del progetto: «Fin dallo studio di fattibilità era apparso chiaro che una struttura ricettiva nell’isola di Murano avrebbe innescato un processo di rigenerazione urbana in un’area dove l’intensa produzione vetraria dei secoli scorsi aveva lasciato il posto a un vuoto sociale ed economico non irrilevante. Altrettanto chiaro ci era sembrato che il nuovo insediamento alberghiero avrebbe dovuto mantenere l’atmosfera industriale che l’impianto, nonostante l’abbandono, continuava ad avere. Il significato che fin dall’inizio si è voluto attribuire al progetto è infatti di preservare il carattere industriale, essenziale, funzionale, duro, finanche scabro di questo vasto complesso concepito per la lavorazione del vetro e di oggetti d’arte in vetro».

 

Ai dodici corpi di fabbrica esistenti è stato aggiunto un edificio realizzato ex novo adiacente alla torre-faro, ph. ©Daniele Domenicali.

 

L’ex fornace si caratterizzava per la presenza di dodici corpi di fabbrica distinti e separati, dislocati in un’area di 12.000 metri quadrati. Lo stato di conservazione generale era piuttosto precario, alcuni edifici erano crollati. Fra tutti spiccava il fabbricato principale della ex fornace, di carattere tipicamente industriale, con murature perimetrali in laterizio intonacato esternamente e copertura curvilinea in calcestruzzo armato, affiancato dalla ciminiera in mattoni.

 

L’hotel si compone di 104 camere, oltre 3000 mq di spazi comuni interni, 5000 mq di spazi comuni esterni, cortili, terrazze, 2000 mq di terrazze di pertinenza delle singole camere, ph. ©Daniele Domenicali.

 

L’estensione dell’area, la diversità volumetrica e di aspetto dei corpi, la loro distribuzione con diversi orientamenti, conferivano alla fabbrica l’aspetto del borgo, con un luogo d’incontro principale e percorsi di collegamento fra le varie costruzioni. Il progetto ha inteso mantenere questa particolare dimensione, facendo del nuovo hotel una sorta di albergo diffuso unito da calli, corti e campielli.

 

Il progetto si caratterizza per l’integrazione armoniosa con il contesto preesistente, tramite anche l’attenta valorizzazione dell’archeologia industriale, come tributo alla storicità e all’importanza dell’edificio per la tradizione veneziana, ph. ©Daniele Domenicali.

 

Assecondando la particolare atmosfera della fornace, la cura che ha maggiormente distinto il progetto è stata l’attenzione alle caratteristiche strutturali, ai materiali, alle finiture in cui si è voluto fosse riconoscibile la matrice pragmatica e funzionale dell’intervento. A strutture in cemento e in laterizio a vista, putrelle in acciaio esposte, intonaci grezzi, serramenti in acciaio, si sono giustapposti elementi in grado di conferire un senso di accoglienza e comodità favorendo un dialogo fra vecchio e nuovo.

 

Due grandi sculture luminose, realizzate dalla vetreria De Majo, si estendono sul soffitto della hall e dell’area lounge, in omaggio alla laguna e alla sua acqua in continuo movimento, ph. ©Daniele Domenicali.

 

Il dialogo fra il carattere industriale della costruzione originaria e l’esigenza di comfort e accoglienza della nuova destinazione è diventato il filo conduttore anche nel progetto degli interni. L’attenzione ai segni e alle tracce lasciate dal tempo sui materiali e all’unicità della tradizione artigiana locale sono stati ispirazione per strutture, architettura e interior.

 

Nell’intervento sono stati usati i mattoni a pasta molle di Terreal Italia, prodotti nella vicina fornace di Noale (Venezia): dagli interventi puntuali di “cuci scusi” sulle murature antiche preesistenti, alle nuove partiture murarie, fino agli ambienti di interior e dietro le testate dei letti, ph. ©Daniele Domenicali.

 

Al mondo industriale appartengono i pavimenti in getto di cemento levigato del piano terra, i serramenti in profili metallici grigio scuro opaco con la caratteristica suddivisione a riquadri, i frammenti di muratura e intonaco preesistenti, lasciati a vista. Così anche l’intonaco materico scelto per le zone comuni. Il loro carattere funzionale, standardizzato, contrasta anche con il ‘tappeto’ a mosaico della hall d’ingresso: la tradizione del terrazzo alla veneziana, con i frammenti di marmo inseriti nell’impasto un tempo di calce, oggi di cemento, si coniuga con quella del mosaico vetroso in un omaggio a Carlo Scarpa.

 

Ogni ambiente interno ha come protagonisti materiali industriali, grezzi e rudi, oltre a finiture curate e oggetti appositamente disegnati, leggeri ed eleganti, ph. ©Daniele Domenicali.

 

Richiamano il mondo industriale anche la famiglia di sedute disegnate ad hoc che abbinano essenziali strutture in tubolare d’acciaio con i tessuti di una casa storica di alta produzione tessile veneziana, Rubelli.
Per l’illuminazione, i corpi luminosi di Artemide sono stati abbinati a due famiglie di lampade realizzate ad hoc per l’hotel: Livia e Maria. Livia è una ‘torcia’ in acciaio crudo e ottone con un diffusore in vetro trasparente, usata come sospensione e da parete. Maria si caratterizza per lo stelo in ottone che sorregge un diffusore a campana, in ferro crudo e vetro artigianale rosso.

 

Il progetto è sviluppato sulla valorizzazione dell’insediamento industriale, degli spazi ampi e connessi, delle strutture a vista, dei materiali tipici e crudi di un luogo destinato alla produzione industriale, ph. ©Daniele Domenicali.

 

Anche nelle camere, ognuna diversa dall’altra per forma e dimensione, essendo ricavate da spazi esistenti o vincolate a elementi strutturali e architettonici, prosegue il confronto fra il contesto e la funzione.
La tessitura muraria irregolare delle pareti in mattoni a vista è accentuata dalla luce radente che scende dall’alto e dalla nitidezza degli arredi imbottiti.

© 2020 IoArch. All Rights Reserved.

Scroll To Top