Nelle Filippine, una rivisitazione della tradizionale architettura religiosa

Lo studio Carlos Arnaiz Architects: Caza con sede a Brooklyn e uffici a Manila, Bogotà e Lima ha completato il santuario de La Salle, un nuovo spazio religioso inserito all’interno del più ampio masterplan del campus dell’Università De La Salle a Biñan, nella regione del Calabarzon (Filippine), sviluppato dallo stesso studio.

 

La chiesa è basata su forme curve e volumi tagliati da piani inclinati, caratterizzata dalla trasparenza e dalla ritmicità continua prodotta dal susseguirsi di 193 pilastri, ph. ©Rory Gardiner.

 

A prima vista, la forma bianca e organica del tempio risulta misteriosa nel contesto circostante. Solo un campanile dalla forma astratta con un crocifisso allude alla sua funzione.

 

Solo il campanile dalla forma astratta allude alla funzione religiosa dell’architettura, ph. ©Rory Gardiner.

 

Allontanandosi dall’aspetto e dall’ordine spaziale tradizionale di una chiesa, Caza ha concepito il santuario come un’unione di più volumi per creare una forma piacevolmente nuova e inaspettata. L’aggregazione di forme diverse offre un’esperienza spaziale che è più della somma delle sue parti, proprio come gli individui che si uniscono per creare una comunità legata dalla fede.

 

Il santuario, dedicato a Jean-Baptiste de La Salle, educatore francese del XVII secolo e patrono degli insegnanti della gioventù, sorge ai margini del campus universitario in mezzo a una macchia verde, ph. ©Rory Gardiner.

 

Il santuario è composto infatti da una serie di volumi di forma circolare. La pelle esterna composta da doghe verticali spezza il volume massiccio dell’edificio, conferendo leggerezza e permeabilità.

 

Le doghe verticali formano una pelle esterna permeabile, conferendo leggerezza e trasparenza alla struttura, ph. ©Rory Gardiner.

 

Per enfatizzare il legame con il paesaggio boscoso circostante, l’esterno utilizza materiali grezzi e non finiti. La materialità cambia man mano che si penetra nello spazio interno, passando ai legni teneri e all’ottone.

 

La pelle esterna ritaglia anche una serie di momenti semi-esterni, che aiutano a trasferire delicatamente i fedeli verso aree più protette e sacre all’interno, ph. ©Rory Gardiner.

 

La pelle esterna ritmica agisce come un filtro: lo spazio semi-esterno aiuta le persone a passare dal vivace ambiente universitario all’area più tranquilla dedicata alla preghiera. Le stanze di forma circolare collegate da questi spazi di transizione sono destinate a diversi tipi di funzioni liturgiche.
La posizione delle colonne e la loro larghezza intendono rappresentare architettonicamente corpi che riscoprono se stessi muovendosi nello spazio.

 

 

Una delle quattordici porte di ingresso alla chiesa progettata dallo studio Carlos Arnaiz Architects: Caza, ph. ©Rory Gardiner.

 

Quattordici porte conducono i fedeli a un nucleo centrale a doppia altezza. Lo spazio assembleare ha un soffitto inclinato celeste con un arco simile all’orbita dei pianeti e della luna, sottolineando ulteriormente la connessione tra l’individuo, l’atmosfera sacra e l’universo.

 

Le finestre avvolgono la circonferenza dello spazio a doppia altezza, ph. ©Rory Gardiner.

 

Il progetto è esemplare della pratica e della sensibilità dello studio Caza nell’esplorare come l’architettura possa «dare forma a esperienze significative, migliorare il suo contesto e connettere le persone al luogo e al territorio».

 

L’illuminazione artificiale è progettata con apparecchi sospesi che pendono senza peso dal soffitto come piccoli punti luminosi, ph. ©Rory Gardiner.

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