«Il nuovo Codice dei contratti deve garantire e promuovere la qualità di progetti e le opere strategiche per le future generazioni, attraverso i principi di equità, partecipazione e confronto».
Così si apre la lettera firmata dai presidenti degli Ordini degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori di 103 province italiane indirizzata al governo, che prosegue:
«il testo del nuovo Codice, proposto e diffuso in questi giorni, rivela criticità che, per i professionisti (Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori), segnano un netto passo indietro rispetto ad alcuni temi strategici che riguardano l’intera comunità. Per questo è lecito domandarsi:
Come velocizzare?
La riforma del codice è certamente un aspetto importante per rispondere alle nuove sfide che arrivano dall’Europa, prima fra tutte quella del Pnrr, che impongono di risolvere tempestivamente i molti problemi aperti nel nostro Paese. Il principio del fare in fretta non deve, però, mettere in secondo piano il principio del fare bene.
Come semplificare?
Il nuovo testo è sicuramente decisivo per ridurre tempi e procedure nell’affidamento e nella programmazione, pianificazione e progettazione di opere, ma non può condurre all’eliminazione di parti di leggi indispensabili per la qualità del progetto e delle conseguenti realizzazioni.
Come migliorare?
La qualità dei programmi, dei piani, dei progetti deve essere la priorità assoluta ed è per questo che va rafforzata come cardine di tutte le opere da realizzare per il futuro del Paese.
Gli architetti chiedono al Governo un ripensamento delle soluzioni proposte e si rendono disponibili al confronto.
Per fare in modo che le risorse disponibili siano messe a frutto in modo ottimale, bisogna sostenere l’importanza del confronto di soluzioni progettuali, di concorsi di progettazione aperti alla più ampia partecipazione, favorendo la più equa forma di inclusione e opportunità per i territori, coinvolgendo tutte le forme di professionalità, per poter scegliere le soluzioni giuste per l’oggi e per il domani.
Un progetto di qualità, una buona realizzazione di edifici, spazi pubblici e infrastrutture migliorano le nostre condizioni di vita e non possono essere posti in secondo piano rispetto a interessi economici e temporali. Il costruito di oggi sarà il nostro abitare di domani.
La riduzione o la perdita di valore o addirittura l’eliminazione dei concorsi di progettazione, nella forma più aperta ed inclusiva dei giovani e dei professionisti di talento, dell’equo compenso, della leale concorrenza, del legittimo merito che la proposta di legge dimostra, vanno in una direzione diversa da quella che tutti noi auspichiamo e prospettiamo per il bene ed il futuro dei nostri territori, delle nostre città e dell’intera comunità».