Ogr is digital con il backstage di due opere

Nell’ambito del progetto OGR is digitalha preso il via nei giorni scorsi la rubrica Come nasce una mostraper raccontare al pubblico le attività delle OGR Cult e Tech che, in questo periodo di emergenza sanitaria, proseguono in modalità virtuale sul sito www.ogrtorino.it.

Il programma è iniziato con i retroscena delle opere permanenti di OGR Procession of reparationists, di William Kentridge, e Track, l’opera realizzata da Arturo Herrera per la parete d’ingresso delle OGR Cult.

«Sveliamo i retroscena delle opere di due grandi artisti contemporanei di fama internazionale, come Kentridge ed Herrera, che tutti potranno ammirare di nuovo alle OGR non appena torneranno protagoniste a pieno regime come Officine dell’Arte, della Cultura, della Ricerca, dell´innovazione – dichiara Massimo Lapucci, Direttore Generale delle OGR e Segretario Generale della Fondazione CRT –. Restituire una nuova vita alle OGR è stato un percorso certamente complesso ma sempre emozionante: vogliamo condividere anche questi ‘dietro le quinte’ della loro rinascita con il pubblico di OGR, affinché possa apprezzarle ancora di più come luogo che appartiene a tutta la comunità».

«In questa rubrica trova pienamente spazio il concetto di officina, di laboratorio, di luogo dove si produce – spiega il Presidente delle OGR Fulvio Gianaria –. L´allestimento di una mostra è il risultato di processi ben precisi e dell´azione coordinata di figure diverse: rendere visibili questi processi aiuta a fornire chiavi di lettura della mostra stessa. Inoltre, grazie agli interventi del Public Program, anch´essi inseriti come approfondimenti all´interno della rubrica, è stato possibile dare voce agli artisti e ai curatori per favorire il confronto e il dialogo diretto con il pubblico».

William Kentridge – Procession of reparationists, 2017

foto di Andrea Rossetti, courtesy OGR Torino


Procession of reparationists è una commissione individuata dal Castello di Rivoli – Museo d’Arte Contemporanea, sostenuta interamente dalla Fondazione CRT per l’Arte Moderna e Contemporanea e la cui curatela e produzione è stata affidata al Castello di Rivoli.

Dopo mesi di intenso lavoro da parte di William Kentridge e del suo team di produzione le statue sono state imbarcate in direzione Italia dal Sudafrica. Dopo circa un mese di viaggio, le opere arrivano a Genova e, da lì, nella Corte Est, cortile che segna l’accesso alle OGR – Officine Grandi Riparazioni di Torino. Gli schizzi e i render che circolavano da mesi, preparati minuziosamente e contenenti ogni dettaglio tecnico, non avevano preparato il team di OGR alla visione di queste grandi placche di metallo di grandi dimensioni (410 x 350 m circa) sollevate da una gru.

Un momento eei lavori di installazione delle opere, prima della verniciatura (foto di Samuele Piazza, courtesy OGR Torino)

 

È stato sin da subito evidente che posizionare le opere in uno spazio fisico è estremamente differente dal “posizionarle” all’interno di un programma di renderizzazione. Seppur bellissimo, il lavoro strideva con il sistema di illuminazione originariamente previsto, che andava a indebolire il messaggio stesso della processione immaginata da Kentridge. Si è reso quindi necessario segare i pali che portavano i lampioni originali e reimmaginare, a una settimana dall’opening, il sistema di illuminazione del piazzale d’ingresso delle OGR, operazione portata a termine con la collaborazione del team di lavoro del Castello di Rivoli. Grazie al lavoro di otto professionisti, nel giro di due giorni, l’intera “processione”, issata e sistemata su supporti di cemento e ferro, è stata quindi trattata e dipinta.

Per realizzare le silhouette in acciaio, Kentridge ha condotto una ricerca sulle industrie del Nord Italia, soffermandosi su fotografie che ritraevano lavoratori e operai: da qui la valenza fortemente significativa e simbolica del lavoro, allusione al processo di riparazione dei treni e dei corpi. Un’opera fortemente attuale.

 

Arturo Herrera – Track, 2017

Negli stessi giorni, durante i preparativi per il Big Bang, la grande festa inaugurale delle OGR Torino, nell’atrio che segna l’accesso alle OGR Cult, condiviso con Snodo – area ristorazione delle OGR – si è lavorato al maestoso lavoro di Arturo Herrera Track: il dipinto murale, così come lo ha immaginato l’artista, combina linee di varie dimensioni e spessori fino a formare un intricato reticolo che ricorda il tracciato di binari ferroviari o una serie di sentieri che si incontrano dipanandosi in varie direzioni, suggerendo anche un intreccio di rami e alberi che si protendono verso l’alto.

Track, foto di Andrea Rossetti, courtesy OGR Torino

 

Arturo Herrera e i suoi due assistenti – i fratelli Von Gunten – durante la posa del nastro adesivo, che avrebbe poi portato alla realizzazione a pittura del murales, hanno dovuto affrontare una prima difficoltà: parte dell’intonaco si staccava, in quanto non predisposto ad “accogliere” il grado di pigmento necessario alla realizzazione dell’opera.

Franco Noero, gallerista di Arturo Herrera, presentò in quell’occasione alla squadra delle OGR Ronald, un “miracle worker” che dopo alcune prove riuscì a individuare il gradiente che garantiva la tenuta del nastro adesivo, consentendo così a Herrera e ai fratelli Von Gunten di realizzare l’interno murale ancor oggi visibile.

Track, Arturo Herrera al lavoro (foto courtesy OGR Torino)


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