Dalle figure allegoriche scolpite sopra le finestre agli intagli sulle cornici, fino alle scene mitologiche incise sul fregio che chiude l’ultimo piano.
Sono fra i dettagli sorprendenti della facciata di palazzo Marino che si stanno rivelando ai restauratori all’opera dallo scorso aprile su Palazzo Marino, sede centrale del Comune di Milano in piazza della Scala.
Il team tecnico di lavoro è coordinato da Michele Brunello di Dontstop Architettura e formato dallo studio specializzato in restauri di palazzi di pregio Andrea Borri Architetti, dal restauratore Paolo Pecorelli, dall’impresa aggiudicataria dei lavori Estia e da Progetto CMR per la gestione delle tematiche di cantiere e sicurezza.
Dal ceppo del Brembo, la pietra friabile con cui è stata realizzata la facciata nel corso dell’Ottocento, sono stati rimossi sia interventi di stucco precedenti, non compatibili con il materiale originario, sia i segni di ammaloramento, evidenti soprattutto in corrispondenza delle lesene e sulle superfici decorate più esposte.
Si è partiti dalla mappatura dello stato di fatto, realizzata con tecnologie come la videoendoscopia, la termografia e l’impiego del magnetometro, la scansione delle superfici e le analisi chimiche, per arrivare a riparare le parti erose e i punti in cui il ristagno di acqua aveva causato la formazione di colonie di microrganismi e croste nere.
La ripulitura sta così mettendo in evidenza i motivi decorativi, con figure allegoriche e simboliche, che caratterizzano i timpani scolpiti sopra le finestre, gli elementi ornamentali delle cornici e il fregio che corre lungo la parte superiore dell’edificio, con scene mitologiche incise in modo dettagliato.
Nella fase finale del restauro le superfici saranno interessate da un trattamento protettivo e diventeranno più resistenti agli attacchi del tempo grazie all’applicazione di silice nanometrica e a speciali micro stuccature.