PAOLO VENINI E LA SUA FORNACE

Dall’11 settembre in mostra nello spazio “Le Stanze del Vetro” presso la Fondazione Cini a Venezia (Isola di San Giorgio) 300 opere che raccontano il percorso imprenditoriale e creativo di Paolo Venini e di alcuni artisti che negli anni lo hanno affiancato, tra cui Tyra Lundgren, Gio Ponti, Riccardo Licata, Ken Scott, Massimo Vignelli e Tobia Scarpa.

Grande protagonista del vetro del Novecento, Paolo Venini, milanese di nascita e muranese d’adozione fondò nel 1925 con Napoleone Martinuzzi e Francesco Zecchin la vetreria V.S.M. Venini & C. Divenuto in seguito presidente della società, operò instancabilmente come grande regista e direttore della ditta fino alla sua scomparsa, avvenuta nel 1959. Nel corso di quarant’anni di attività si avvalse della collaborazione di artisti, architetti e designer (tra gli altri Tomaso Buzzi, Carlo Scarpa, Fulvio Bianconi) e contribuì anche personalmente all’articolato catalogo della vetreria.

Dagli anni Cinquanta Venini si dedicò con passione e assiduità alla creazione di nuovi vetri ottenendo un grande successo alla Triennale di Milano, alla Biennale di Venezia e nelle manifestazioni dedicate al design e alle arti applicate italiane in Europa e negli Stati Uniti.

Paolo Venini, vasi in vetro a murrine a scacchiera, 1953

 

Diversi vetri nacquero da una raffinata rilettura in chiave innovativa di alcune tecniche tradizionali muranesi come quella dello zanfirico. Di grande effetto sono poi i vetri mosaico tessuto multicolore (1954), caratterizzati da un’inedita tessitura a fili policromi con tonalità delicate.

Dal 1953 vi fu una ripresa della tecnica della murrina che portò progressivamente alla nascita di ricercate tipologie di tessuto vitreo, perlopiù opaco, eseguito con suggestivi accostamenti cromatici. Risentendo dell’influsso del design nordico, la produzione si orientò poi verso delicate monocromie associate a velature o incisioni dovute a lavorazioni a freddo che portarono alla cospicua serie dei vetri incisi (1956-57). Di grande successo, in quegli stessi anni, furono inoltre la variopinta serie di bottiglie e le vetrate presentate alla Triennale del 1957, di grande effetto decorativo.

Paolo Venini, vasi della serie “Incisi”, 1956-57

La mostra Paolo Venini e la sua fornace illustra anche la produzione disegnata da autori che tra gli anni Trenta e Cinquanta ebbero con Venini collaborazioni occasionali, come la ceramista svedese Tyra Lundgren (1897-1979) e Gio Ponti (1891-1979).

 

Nella seconda metà del XX secolo transitarono per la vetreria anche Piero Fornasetti, il russo Eugène Berman (1899-1972) e gli americani Ken Scott (1918-1989) e Charles Lin Tissot (1904-1994) propose originali interpretazioni della tecnica dello zanfirico.

 

Alle sperimentazioni del pittore Riccardo Licata (1929-2014) si deve una piccola ma fortunata serie di vetri, esposti alla Biennale del 1956, caratterizzati da una fascia di murrine di sua ideazione. Dalla metà degli anni Cinquanta anche gli architetti Massimo Vignelli (1931-2014) e Tobia Scarpa (1935). I contatti con i paesi nordici, infine, portarono Paolo Venini a una breve collaborazione, interrotta dalla sua scomparsa, con la designer norvegese Grete Prytz (1917-2010), che realizzò alcuni gioielli in vetro e argento (1958-59).

Il catalogo della mostra Paolo Venini e la sua fornace, edito da Skira per “Le Stanze del Vetro”, è curato da Marino Barovier e Carla Sonego.

PAOLO VENINI E LA SUA FORNACE

dove Le Stanze del Vetro, Fondazione Giorgio Cini, Isola di San Giorgio Maggiore, Venezia

quando 11 settembre 2016 – 8 gennaio 2017

orari gio/mar 10:00 – 19:00 (mer. chiuso)

ingresso libero

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