Qualche giorno fa 56 architetti, ingegneri e docenti universitari hanno presentato un esposto (qui in pdf con l’elenco dei firmatari) alla Corte dei Conti di Genova per “presunte incongruenze e anomalie nel processo decisionale e nel procedimento di affidamento relativo ai lavori di demolizione e ricostruzione del viadotto sulla Valle del Polcevera (cosiddetto Viadotto Morandi) a Genova”.
Partendo dalla considerazione che 3/5 dell’opera sono in condizioni non diverse da quelle della grande maggioranza delle opere presenti sulla nostra rete stradale e che i 4/5 delle fondazioni appaiono del tutto integri e in perfetta efficienza, l’esposto chiede di attivare i necessari accertamenti e provvedimenti al fine di evitare eventuali danni erariali, giacché, in mancanza di qualsiasi argomentazione tecnica che ne giustifichi la necessità, difficilmente il costo di 202 milioni di euro della totale ricostruzione, a cui vanno aggiunti i costi delle demolizioni, potrebbe essere addebitato al concessionario autostradale in caso di contenzioso.
Oltre a rilevare che l’affidamento senza gara e in deroga a tutte le norme in materia di appalti pubblici sia nazionali che europee di un’opera del valore superiore a 200 milioni di euro, l’esposto valuta in un importo sensibilmente inferiore – compreso tra i 70 e i 90 milioni di euro – il costo della ricostruzione della sola parte crollata, con un tempo di esecuzione inferiore ai 12 mesi e senza dover attendere i tempi delle demolizioni.