Riuso come opportunità: è questo il messaggio emerso dal convegno Architettura e cultura, come superare la crisi organizzato sabato 1 febbraio presso il Collegio Santonoceto di Acireale, in collaborazione con la Fondazione dell’Ordine degli Architetti di Catania presieduta da Paola Pennisi. L’incontro ha chiamato a raccolta i principali interlocutori del comparto, pubblici, accademici, professionali perché «il riuso non è un problema solo degli architetti ma di tutti coloro che con lavoro e impegno appartengono alla filiera, e dei politici che dovrebbero programmare e gestire il governo del territorio», come ha sottolineato Paola Pennisi, coordinatrice dei lavori.
Sono 13mila le imprese costruttrici che in Italia hanno chiuso i battenti nel 2013, mentre le concessioni edilizie hanno registrato un calo del 37% sommato al dato negativo dell’anno precedente. Unico fattore di cambiamento ritenuto capace di definire gli scenari futuri è la riqualificazione del patrimonio esistente, mercato che a detta del Cresme, Centro ricerche economiche sociali di mercato per l’edilizia e il territorio, vale oggi più di 115 miliardi di euro e rappresenta il principale driver del nuovo ciclo di ripresa economica e sociale. Quindi non serve «consumare altro territorio o emanare nuove regole – come ha affermato il presidente dell’Ordine degli Architetti etneo Giuseppe Scannella – ma una visione olistica che consenta una compenetrazione delle destinazioni, ovvero responsabilità, cultura e sostenibilità economica, nell’ottica di una rivalutazione globale. Abbinando il recupero dei centri storici e dei contesti sottoutilizzati, a una “lettura” degli edifici, per comprenderne le finalità e non snaturarli».
Presenti al dibattito anche il presidente degli Ingegneri etnei Santi Maria Cascone, che si è soffermato sull’importanza della messa in sicurezza sismica e la riqualificazione energetica dell’esistente per la quale «la competenza degli ingegneri è fondamentale per avviare i cambiamenti necessari» e il presidente di Ance Catania Nicola Colombrita, che ha sollevato la questione della burocrazia e «del sistema di regole che spesso ostacolano i costruttori e rallentano l’intero ciclo di produzione e sviluppo. Norme chiare, semplificate e rispettate porterebbero nella direzione del superamento della crisi». «Spazi come il Collegio Santonoceto sono un chiaro simbolo di storia e innovazione – ha sottolineato il sovrintendente ai Beni culturali di Catania Fulvia Caffo – diventando ancora punto di riferimento e polo di attrazione culturale e sociale. In un momento come questo, che risente di un uso eccessivo delle risorse è bene intervenire su ciò che abbiamo, rimettendolo in circolo, restituendo valore e decoro a un patrimonio comune».
I saluti introduttivi sono stati affidati all’organizzatrice Elisa Pagano di Gruppo Rinnovaci e a Paolo Battiato, presidente Ipab Collegio Santonoceto e Conservatori riuniti, che hanno sottolineato l’impegno profuso per un progetto di rinnovamento culturale e sociale partendo dal simbolo del progetto Acirewrite, la scivola, segno di discesa ma anche di slancio e impulso per il ridisegno dei luoghi cari ad Acireale. Sono intervenuti inoltre Eugenio Magnano San Lio dell’Università di Catania, che ha proposto un excursus sull’importanza storica del patrimonio culturale, sociale e soprattutto religioso nel territorio acese, e l’architetto Luciano Pia che ha presentato testimonianze sul riuso e la fattibilità sostenibile in Italia. A rappresentare il Comune acese erano presenti l’assessore all’urbanistica Gaetano Leonardi e il dirigente dell’ufficio preposto Salvatore Pulvirenti; il dirigente del Genio Civile di Catania Gabriele Ragusa, Aldo Scaccianoce per l’Associazione Ambienti e territorio per le Aci, Rossella Ciliberti del Gruppo Rinnovaci.