Il Basisplan funzionalista della ricostruzione post-bellica di Rotterdam aveva lasciato ampi vuoti nel tessuto urbano della città e i grandi blocchi per uffici degli anni Settanta non avevano contribuito a creare uno spazio pubblico ‘a misura d’uomo’.
Fu il nuovo piano del 1985 a dare la spinta a una quantità di idee e progetti per rendere più attrattiva la città, orientandola nella direzione del turismo, della cultura e dell’intrattenimento. Con concorsi pubblici, il City Centre Plan favorì anche la nascita e lo sviluppo di studi di architettura oggi affermati a livello globale.
È di questo periodo che si occupa la mostra Post 65 Part II organizzata dalla Fondazione OMI (in Schietbaanstraat 21, Rotterdam) dal 5 settembre al 30 novembre.
La mostra, a cura di Pieter Kuster, Emine Yilmazgil & Stefanie Korrel e nel progetto di allestimento di Iris van der Wal, è dedicata agli edifici culturali realizzati negli anni Ottanta e nei primi anni Novanta e oggi in parte oggetto di riqualificazione.
Il Museum Park per esempio ha già cambiato completamente pelle, la Biblioteca Centrale (dove “nulla è obbligatorio e tutto è permesso”) sarà presto riqualificata, mentre nuovi progetti sono in cantiere per il Museo del Mare e per Schouwburgplein. Con modelli, disegni originali, fotografie e video la mostra racconta vil presente e il futuro di questi edifici culturali grazie ai quali Rotterdam si è riposizionata nel marketing territoriale internazionale come destinazione turistica e culturale.
Post 65 Part II è realizzata in collaborazione con Bureau Monumenten en Cultuurhistorie, Centrale Bibliotheek, Maritiem Museum, Powerhouse Company, Quist Wintermans Architekten, West 8 urban design & landscape architecture.