La presentazione, lunedì 2 ottobre, dell’opera di arte urbana collettiva ScalodArts che ricopre 200 metri di muri perimetrali esterni, è stata l’occasione per osservare l’avanzamento lavori del Villaggio Olimpico che sta sorgendo nell’area a sud-ovest dell’ex-scalo ferroviario di Porta Romana e che, al termine delle Olimpiadi invernali 2026, si trasformerà nel più grande studentato d’Italia realizzato in edilizia residenziale sociale, con circa 1.700 posti letto.
Malgrado la complessità dell’attuale contesto di mercato, i lavori al cantiere del Villaggio Olimpico procedono regolarmente. In particolare la costruzione, iniziata a gennaio di quest’anno con l’affidamento dell’appalto a un raggruppamento di imprese coordinato da Coima e formato da Impresa Cev SpA, Grassi e Crespi Srl e Milani SpA, hanno raggiunto i primi obiettivi del cronoprogramma con il completamento delle opere di bonifica e scavo a febbraio, a cui è seguito l’inizio delle costruzioni delle sei palazzine che saranno completate in elevazione all’inizio del 2024, con consegna entro luglio 2025 alla Fondazione Milano Cortina.
Il villaggio, progettato dallo studio di architettura Skidmore, Owings & Merrill (Som), rappresenta il primo tassello del grande progetto di rigenerazione urbana dello Scalo di Porta Romana, finanziato da Intesa Sanpaolo, che supporta Coima Sgr, Covivio e Prada Holding nello sviluppo attraverso un “Sustainability-linked Loan” – una particolare tipologia di finanziamento le cui le condizioni finanziarie dipendono dal raggiungimento di obiettivi di sostenibilità predeterminati – del valore di 250 milioni di euro.
Il masterplan generale – di Outcomist, con Liz Diller per il progetto di paesaggio – prevede la costruzione di edifici residenziali e per uffici all’interno di un parco pubblico che coprirà circa la metà dei 20 ettari dell’area.
L’intero progetto è regolato dall’Accordo di Programma sottoscritto nel 2017 di cui sono parte Comune di Milano, Regione Lombardia, Ferrovie dello Stato Italiane (con Rete Ferroviaria Italiana e FS Sistemi Urbani) per la riqualificazione dei sette scali ferroviari milanesi dismessi, che insieme rappresentano uno dei più grandi progetti di rigenerazione urbana in Europa.