Si intravedono segnali di inversione di tendenza per l´industria italiana delle costruzioni. E questo ciò che emerge dalla lettura dei dati del Rapporto 2015 (Pdf) di Federcostruzioni, la federazione delle associazioni di categoria dell’industria delle costruzioni. I dati parlano chiaro: nel 2014, rispetto all’anno precedente, la perdita è stata del 3% in termini reali e del 3,5% in valore. Un calo minore rispetto ai numeri degli scorsi anni, ma migliore di quello della produzione nazionale nel suo insieme: meno 0,7% sempre in termini di valore.
Nel 2014 il numero degli occupati è sceso di altre 125 mila unità: in sei anni l’industria delle costruzioni ha perso 650 mila posti di lavoro e 125 miliardi di euro in termini di produzione. Dal 2009 al 2014, la produzione complessiva, espressa in quantità, ha perso il 29,2%.
Ad aver subito la perdita più consistente il comparto che raggruppa le imprese di costruzioni (meno 75 miliardi di euro). In termini relativi, le flessioni più significative di produzione destinata al sistema delle costruzioni si sono registrate nella siderurgia (-40%), nella produzione di macchine per il movimento terra (-45%), del cemento e del calcestruzzo (-50%), nel commercio di macchine per il movimento terra, da cantiere e per l’edilizia (-65%) e nella produzione di laterizi (-70%).
A contenere le perdite di questi anni sono state le esportazioni. Per i molti settori che fanno parte del sistema e che hanno scambi con l’estero, a fronte di una diminuzione della produzione destinata al mercato interno, nel periodo 2009-2014 i dati di Federcostruzioni registrano una crescita delle esportazioni del 23%. Per i settori aperti ai mercati esteri la quota di export sulla produzione totale è cresciuta di dieci punti percentuale, attestandosi nel 2014 al 40%. Questa dinamica in valore registra tuttavia una flessione di oltre 3,5 miliardi di euro: da 49,1 miliardi di euro del 2008 a 45,5 nel 2014.
Se la crisi non può dirsi finita, si sta però attenuando. Secondo Federcostruzioni le previsioni di chiusura del 2015 e del 2016 sono improntate a un cauto ottimismo, dovuto ai segnali positivi che si collocano in un quadro generale di continuo miglioramento. Si passa infatti da meno 9,5% del 2012 a meno 5,7% del 2013 a meno 3% del 2014 e a una previsione di meno 0,5% per il 2015 e di meno 0,1% per il 2016.
Per invertire questa tendenza e imprimere una decisa accelerazione al processo di sviluppo, secondo la Federazione delle associazioni di categoria delle costruzioni occorrerebbero interventi a forte impatto nell’immediato e con carattere di continuità. Come l’adozione di nuove misure da parte del governo finalizzate a dare rapido avvio a nuove iniziative sul fronte dei lavori pubblici, a incentivare il risparmio energetico, la qualità e la sostenibilità. Ciò permetterebbe la configurazione di un altro scenario che prefigura per il sistema delle costruzioni un’interruzione della caduta quest´anno, con una crescita dei livelli produttivi in termini reali dell’1,8% su base annua.
Il Rapporto di Federcostruzioni è il risultato del lavoro comune di 17 centri studi espressione di 80 associazioni di categoria, in rappresentanza di oltre 30mila imprese.