Studio BBS. Museo delle Palafitte, Molina di Ledro (Trento). 2019

Nel2019 Lo Studio BBS  ha curato il risanamento conservativo e l’ampliamento del museo delle Palafitte del lago di Ledro, originariamente realizzato su progetto dell’architetto Marcello Piovan di Venezia tra il 1968 e il 1972.
In un rapporto molto stretto con il paesaggio, l’edificio venne costruito a ridosso di un insediamento palafitticolo, scoperto nel 1929, quando il livello delle acque venne abbassato a scopi idroelettrici, legati all’avvio della centrale di Riva del Garda.

 

Il risanamento conservativo e l’ampliamento del museo delle Palafitte del lago di Ledro di Studio Biss, ph. Miriam Tinto.

 

Il risanamento dell’edificio esistente è consistito in diversi interventi: la sistemazione delle strutture ammalorate, la riqualificazione energetica dell’involucro edilizio e la riorganizzazione funzionale delle zone destinate a uffici.

 

L’ampliamento è un volume contemporaneo e minimalista, posto a rispettare il valore monumentale riconosciuto all’edificio esistente e a dialogare con esso per differenza stilistica, ph. Miriam Tinto.

 

Il nuovo volume, destinato in particolare ad attività didattiche, a eventi ed esposizioni, sospingendosi verso il lago, sottolinea e valorizza la prospettiva disegnata dalla navata preesistente del museo.
Il piccolo parallelepipedo si innesta sulla testa dell’edificio esistente attraverso una piccola manica che accoglie parzialmente alcuni spazi di servizio e che media architettonicamente l’ampliamento rispetto al corpo storico.

 

L’intervento è certificato secondo due protocolli di rating, LEED livello Gold e Arca livello Platinum, ph. Miriam Tinto.

 

Il tema del paesaggio – area archeologica, grande specchio d’acqua e montagne – è il cuore della filosofia di progetto e dell’ampliamento. La natura entra nell’edificio grazie alla totale trasparenza delle fronti interamente vetrate, sia d’estate sia d’inverno.
Strutturalmente il volume è realizzato in pannelli crosslam per quanto riguarda il nucleo di controvento e il solaio di copertura, mentre le strutture verticali che portano le vetrate sono in acciaio.

 

Il nuovo volume è dedicato ad attività didattiche e a esposizioni, ph. Miriam Tinto.

 

L’intervento ha previsto inoltre il ridisegno completo degli spazi esterni, re-immaginati come un nuovo spazio dal carattere pubblico, una piccola piazza, qualificata dalla pavimentazione realizzata in cemento lavato e legno e da nuove sedute. Contemporaneamente è stato riorganizzato il giardino destinato alle attività didattiche, con uno spazio sistemato a prato e qualificato da piante autoctone e spontanee, in larga parte già conosciute e utilizzate in epoca preistorica dagli abitanti delle palafitte.

 

Il riallestimento dello spazio espositivo, progettato da Maria Cristina Stanchina, è ripensato in coerenza stilistica con le originarie linee di intervento architettoniche e museografiche, al tempo disegnate da Vittoria Wolf.

 

Da un punto di vista energetico e impiantistico l’intervento ha visto il rifacimento completo del sistema tecnologico preesistente. Anche sulla scorta delle richieste formulate dalla Soprintendenza ai beni culturali per la conservazione dei reperti archeologici, è stato realizzato un impianto di ventilazione meccanica e ripensato completamente il sistema di riscaldamento e raffrescamento.

Gli spazi tecnologici di supporto, che ospitano una pompa di calore aria-acqua, sono collocati all’interno di un nuovo fabbricato indipendente, realizzato in legno e collocato sul fronte più interno rispetto al lago.

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