Swiss Architectural Award 2020 allo studio Bruther 

+5
View Gallery

Lo studio francese fondato nel 2007 a Parigi da Stéphanie Bru e Alexandre Theriot è il vincitore della settima edizione dello Swiss Architectural Award, il premio internazionale di architettura a cadenza biennale promosso dal 2019 dalla Fondazione Teatro dell’architettura di Mendrisio, che ha raccolto l’eredità di BSI Architectural Foundation. Lo Swiss Architectural Award promuove un’architettura attenta alle questioni etiche, estetiche ed ecologiche contemporanee ed è attribuito ad architetti di età non superiore ai 50 anni, senza distinzione di nazionalità, che abbiano realizzato almeno tre opere significative.

Promossa per la prima volta dalla Fondazione Teatro dell’architettura, questa edizione del premio riunisce le tre Scuole di architettura svizzere (Università della Svizzera italiana – Accademia di architettura; Politecnico Federale di Losanna – ENAC, Section d’Architecture; Politecnico Federale di Zurigo – Departement Architektur), sancendo in questo modo la rilevanza nazionale del premio.

Anche grazie a questa inedita collaborazione, lo Swiss Architectural Award si conferma uno dei premi di architettura più ingenti e prestigiosi. Il premio di 100.000 franchi sarà consegnato il prossimo 1 aprile presso l’auditorium del Teatro dell’architettura a Mendrisio nel corso di una cerimonia che segnerà anche l’apertura dell’esposizione – visitabile fino al successivo 24 dicembre – dei lavori presentati dai candidati.

 

Alexandre Thériot e Stéphanie Bru

Lo studio Bruther è stato scelto – fra 33 candidati provenienti da 19 Paesi – per il Centro culturale e sportivo Saint-Blaise a Parigi (2010-2014), il New Generation Research Center a Caen (2013-2015) e la Residenza per ricercatori universitari Maison Julie-Victoire Daubié a Parigi (2014-2018).
Le tre opere affrontano il tema della periferia, riconosciuta come luogo nevralgico in cui si manifestano le contraddizioni della nostra società. In contesti difficili, percorsi da tensioni sociali e caratterizzati da spazi anonimi se non degradati, Bruther interviene con un’architettura caratterizzata da una profonda istanza civica, che si propone di restituire dignità a questi luoghi e ai loro abitanti.

 

Bruther, Centro culturale e sportivo Saint-Blaise, Parigi, 2010-2014, Filip Dujardin.

La giuria ha premiato Bruther perché con le architetture da loro presentate «affrontano, con grande coerenza e qualità, il tema della periferia (e nello specifico, la periferia delle città francesi), riconosciuta come luogo nevralgico in cui si manifestano, con forza dirompente, le contraddizioni della nostra società. In contesti difficili, percorsi da tensioni sociali e caratterizzati da spazi anonimi se non degradati, Bruther interviene con un’architettura caratterizzata da una profonda istanza civica, che si propone di restituire dignità a questi luoghi e ai loro abitanti».

La giuria ha riconosciuto nell’opera di Bruther una piena consonanza con gli obiettivi dello Swiss Architectural Award, premio che si propone di favorire, attraverso il coinvolgimento delle tre Scuole di architettura svizzere, il dibattito pubblico sul ruolo dell’architettura nella società contemporanea, e con maggiore urgenza nel periodo di crisi che stiamo attraversando.
Presieduta da Mario Botta, la giuria era composta da Riccardo Blumer (direttore dell’Accademia di architettura, USI), João Luís Carrilho da Graça (Lisbona), Dieter Dietz (direttore della Section d’Architecture, EPFL-ENAC) e Christophe Girot (decano del Departement Architektur, ETHZ).

Bruther, Residenza per ricercatori universitari Maison Julie-Victoire Daubié, Parigi, 2014-2018, ©Maxime Delvaux.

Fondato da Stéphanie Bru (1973) e Alexandre Theriot (1972), Bruther lavora nel campo dell’architettura, della ricerca, della didattica, dell’urbanistica e del paesaggio. Bruther si propone di «comprendere e di accettare le esigenze concettuali e costruttive, ma anche di sapersi ritrarre per incontrare inaspettatamente nuovi ambiti di sperimentazione e di ricerca. I nostri progetti suggeriscono un delicato equilibrio tra strategia e forma, rigore e libertà, specificità e genericità, immediatezza e istanza evolutiva. Considerando il programma in proiezione futura, i nostri progetti si distinguono per le infrastrutture aperte che si adattano alla ricchezza di possibilità offerte dal contesto e a un’ampia flessibilità d’uso».

 

© 2020 IoArch. All Rights Reserved.

Scroll To Top