Fondazione Symbola ha presentato il report sulla “Design Economy”. Si tratta di uno studio che fotografa lo stato di salute economico dell’universo italiano del progetto.
«Gli italiani sono abituati, fin dal Medioevo, a produrre, all’ombra dei campanili, cose belle che piacciono al mondo» Carlo M. Cipolla
Il design si è dimostrato negli anni di crisi come una delle più solide strategie anticrisi: le oltre 175.000 imprese di design europee hanno generato nel 2015 una ricchezza di circa 26 miliardi di euro, il 49,4% in più del 2010. E il nostro Paese, in questo quadro, mantiene un ruolo di leadership. A cominciare dal numero d’imprese: 29.000, meno delle 34mila francesi, ma più delle 23mila tedesche, delle 21mila inglesi, delle 5mila spagnole.
Con 4,4 miliardi di euro di fatturato del design (poco meno dello 0,3% del Pil nazionale) l’Italia è seconda tra le grandi economie europee.
Da podio anche la specializzazione del Paese: l’Italia è seconda, dopo il Regno Unito (0,17%), per incidenza del fatturato del design sul totale dell’economia: 0,15%, quasi il doppio della media dell’Unione europea (0,09%), molto più di Germania (0,06%) Francia e Spagna (0,05%).
In Europa, quasi un addetto nel design su cinque (17,4%) è italiano. Se osserviamo il valore aggiunto per addetto negli ultimi anni (2013–2014), solo la Spagna (+23,8%, che parte però da livelli molto più bassi dell’Italia) evidenzia performance migliori del nostro Paese (+7,8%), mentre sono negative la media dei risultati dell’Unione europea (-1,0%) e i dati di Regno Unito (-5,2%), Germania (-11,7%) e Francia (-13,7%).
«Il design – afferma il presidente di Symbola, Ermete Realacci – non è legato solo all’estetica, ma anche alla capacità di risolvere problemi complessi: dall’ideazione di nuovi prodotti all’individuazione di nuovi mercati, alla ricerca di nuovi significati. Ieri come oggi il design è l’infrastruttura immateriale del made in Italy, e non è un caso se le imprese di design prosperano lì dove ci sono le piccole e medie imprese che fanno il made in Italy.
Oggi il design serve a rispondere a nuovi bisogni: ad esempio è un elemento essenziale nella progettazione dei prodotti hi-tech: non è un caso se Google per i suoi glass si è rivolto ad un’impresa italiana, o se Giugiaro oggi ha iniziato a disegnare anche auto elettriche per grandi aziende cinesi. E dal momento che il design rinnova l’idea di progetto e risponde ai bisogni e alle vocazioni dei tempi, oggi assume e veicola nei prodotti anche i dettami dell’economia circolare: efficienza, minore impiego di materia ed energia, riciclabilità».