Un memoriale della tragedia di Beirut, il concept di Gioia Sawaya

Il 4 agosto 2020 Beirut veniva devastata dall’esplosione di un enorme quantitativo di nitrato di ammonio conservato in alcuni depositi del porto che provocò 200 morti.
Il fuoco proseguì per mesi e molte parti della zona settentrionale del porto collassarono, al pari di numerosi silos che con la loro altezza avevano attutito l’onda d’urto dell’esplosione principale ma che, contenenti grano fermentato a causa delle elevate temperature, alimentarono ulteriori incendi (incendi che si sono sviluppati anche quest’anno in altri silos).

Nel concept del progetto dell’architetto libanese Gioia Sawaya quel grano fermentato diventa ora un nuovo materiale da costruzione per dare vita a un’architettura della memoria dell’evento e della cura che è mancata.

Vista dall'alto del progetto, accanto ai silos distrutti (courtesy Gioia Sawaya).

Le rovine dei silos crollati sono il gigantesco monumento che, se ha perduto la propria funzione economica, ha acquisito il valore di un memoriale per l’intera nazione. Accanto ad essi, il progetto di Gioia Sawaya propone di costruire un’architettura effimera, delle medesime forme e dimensioni, con una struttura in acciaio ottenuto dal riciclo delle strutture in ferro dei depositi devastati e tamponata con blocchi ricavati dalla compressione del grano ormai inutilizzato.

Schema assonometria degli elementi costruttivi (courtesy Gioia Sawaya).

Esposto all’atmosfera, al caldo e alla pioggia, il biomateriale da costruzione ricavato dal grano progressivamente si decomporrà, ritornando alla terra e svelando la struttura portante in acciaio di questa architettura che rimarrà nuda come nudi rimasero gli abitanti di Beirut dopo l’esplosione, privati anche della prima fonte di sostentamento alimentare rappresentata dal grano perduto.

La struttura come apparirà dopo che i pannelli di materiale bio-composito si saranno completamente degradati

Una struttura percorribile per l’intera altezza e larghezza attraverso una serie di rampe di colore rosso che si sviluppano a U per dare l’impressione di camminare all’interno delle originarie pareti cilindriche dei silos.

Una ‘topografia del ricordo’ e insieme un’interpretazione della teoria di ‘disintegrazione dei territori’ di Paul Virilio.

Gioia Sawaya

Attualmente, l’architetto libanese Gioia Sawaya sta sviluppando una metodologia di ricerca che indaga nuove possibilità in architettura e urbanistica, in particolare il ripensamento dello spazio pubblico

Il ciclo di vita del bio-materiale ricavato dal grano ormai inutilizzabile (courtesy Gioia Sawaya)

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