Un’architettura per la nuova Via della Seta

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Chengdu, il capoluogo della provincia di Sichuan in Cina, ha alle spalle una storia millenaria di civiltà e cultura. Anche Marco Polo la visitò e ne scrisse nel Milione. Oggi il legame tra Cina e Italia punta sullo sviluppo economico con la nuova Via della Seta, definizione italiana dell’ambizioso programma economico del governo cinese Belt and Road Initiative (BRI).

In questo contesto è stato pianificato il progetto Chengdu Tianfu Cultural and Creative City, di cui il Sino-Italian Cultural Exchange City Reception Center fa parte, che mira a costruire una piattaforma per lo scambio culturale tra i due Paesi.

Il nuovo edificio, progettato dallo studio di Pechino aoe, si trova a circa 35 chilometri dal centro di Chengdu.

 

L’unione dello stile italiano e cinese è al centro dell’architettura dello studio aoe, ph. ©Arch-exist Photography.

 

Gli architetti guidati da Wen Qun hanno inteso rappresentare Oriente e Occidente attraverso due strutture distinte, emblematiche delle due culture, unite da un attento progetto del paesaggio e da una precisa integrazione nel contesto naturale.

Il concept generale del lato cinese del progetto deriva dal ‘ruyi’, oggetto decorativo curvo che funge da talismano a simboleggiare il potere e la buona fortuna nel folclore, utilizzato in Cina fin dai tempi antichi come regalo ai visitatori stranieri.
Il più vasto padiglione italiano trae invece ispirazione dagli archi e dalle cupole romane plasmando uno spazio raccolto e dalle dimensioni adatte per le diverse esigenze di esposizione, riunione, ricevimento e ristorazione.

 

Dalla piazza italiana è possibile salire una scala curva e accedere a un giardino pensile, ph. ©Arch-exist Photography.

 

L’uso del bianco puro su tutte le pareti dà all’edificio un effetto cangiante alla luce del sole, mentre una grande superficie vetrata lascia entrare all’interno lo spazio esterno con le ‘stravaganze’ architettoniche italiane che incorniciano il paesaggio naturale nel mutare delle stagioni.

 

L’altezza sfalsata dell’edificio permette ai visitatori di vedere diversi scenari, creando un’atmosfera da ‘passeggiata nel bosco’, , ph. ©Arch-exist Photography.

 

L’interno è uno spazio fluido modellato da dieci pareti circolari di diverse dimensioni, che delimitano ambienti su tre livelli di elevazione in accordo con il terreno. I tre spazi circolari interni sono progettati come una sala riunioni, uno spazio multifunzionale e uno showroom multimediale, disposti intorno alla sala espositiva centrale.

 

Le visuali create da aoe sembrano rimandare alla pittura metafisica, ph. ©Arch-exist Photography.

Dall’ingresso, reso scenografico da un lucernario circolare, si raggiunge la sala espositiva principale, circondata dalle rovine degli archi romani, denominata “la piazza italiana”.
Altre piazze esterne semicircolari sono l’area della fontana d’ingresso e il teatro all’aperto, ognuna delle quali riproduce un tipico spazio urbano italiano.

 

In termini di pianificazione dello spazio, i progettisti hanno riservato lo spazio più flessibile a mostre ed esposizioni, ph. ©Arch-exist Photography.

 

I confini interni ed esterni sono tutti di vetro, il paesaggio esterno è così completamente incorporato all’interno e il paesaggio naturale – perfettamente incorniciato dall’architettura – fa parte del progetto delle esposizioni temporanee che qui verranno ospitate. I padiglioni su entrambi i lati sono illuminati affinché la luce si diffonda uniformemente negli spazi interni ed esterni.

 

Lo scenografico lucernario circolare dell’ingresso del padiglione italiano, ph. ©Arch-exist Photography.

 

La sala culturale cinese sul lato est si raggiunge scendendo attraverso il corridoio culturale, che unisce i due padiglioni, o percorrendo un camminamento di giada bianca posto sopra il laghetto. I due percorsi simboleggiano le due vie della seta tra Oriente e Occidente, sulla terra e sull’acqua.

 

Vista aerea dei due padiglioni integrati nell’ambiente naturale circostante, ph. ©Arch-exist Photography.

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