La notizia è nota: la procura milanese ha aperto un’inchiesta riguardo alle modalità di attuazione e alle qualifiche di intervento nell’ambito di alcune – o forse tutte quelle dell’ultimo decennio? – operazioni di rigenerazione urbana. È stato ascoltato al riguardo anche l’assessore all’urbanistica Tancredi, che ha però affermato che non si sia parlato dell’inchiesta ma di ‘temi generali’.
A quanto pare si tratta di una questione di interpretazione di un’infinità di norme che si sono accavallate, stratificandosi nel tempo come le ere geologiche, ma il carattere penale dell’inchiesta fa paura a tutti, rischiando di causare una paralisi del processo di sviluppo della città. Fa paura agli investitori, che così scappano verso lidi più sicuri, agli amministratori e ai funzionari pubblici: chi metterà più un timbro su una pratica edilizia?
Nei giorni scorsi gli Ordini territoriali degli Architetti, degli Ingegneri e dei Geometri della Provincia di Milano finalmente si sono fatti sentire con una lettera inviata al Governo, alla Regione e al Comune, che ponendo l’accento proprio sull’incertezza normativa e dei tempi chiede un quadro normativo chiaro e una norma di interpretazione certa del Testo unico per l’edilizia (d.p.r. 380) per confermare la lettura che se ne è data in questi anni.
«Il chiarimento è fondamentale al fine di ribadire le prassi interpretative amministrative consolidate negli anni sulle quali sono stati basati i progetti presentati a Milano nell’ultimo decennio – afferma Federico Aldini, presidente dell’Ordine degli Architetti di Milano, che tra le criticità sottolinea la questione della ristrutturazione edilizia con demolizione e ricostruzione fuori sagoma. Ribadiamo la centralità del progetto come strumento di trasformazione della città. A questo fine è necessario che vengano garantiti strumenti chiari e interpretazioni univoche delle norme, in modo da consentire ai colleghi professionisti e ai dipendenti della pubblica amministrazione di operare con le giuste tutele, nell’ambito delle rispettive attività professionali, nell’interesse dell’intera collettività».
Secondo Carlotta Penati, presidente dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Milano, «La certezza del diritto rappresenta un pilastro essenziale dell’ordinamento giuridico e dello sviluppo socioeconomico del nostro Paese consentendo a cittadini, amministratori, operatori, investitori e professionisti di comprendere le regole da seguire, agevolando così una pianificazione consapevole e legittima delle attività. Nello specifico le differenze interpretative hanno evidenziato la necessità di chiarire il contesto normativo, ad esempio, per le categorie ristrutturazione edilizia e nuova costruzione in quanto approcci interpretativi differenti disincentivano gli investitori e compromettono la realizzazione dei progetti».
«Il tema della sostituzione edilizia è elemento cardine per il futuro della rigenerazione urbana anche in previsione del raggiungimento degli obiettivi di efficientamento energetico del 2030-2050 – dichiara Cristiano Cremoli, presidente del Collegio dei Geometri e Geometri laureati della provincia di Milano. In questa prospettiva è quanto mai necessario che non vi siano spazi interpretativi che possano intervenire a minare le certezze operative sia dei professionisti che della Pubblica Amministrazione soprattutto a tutela del cittadino e degli operatori che vogliono investire sulla città».