XXI TRIENNALE QUANDO IL DESIGN NON CERA ANCORA

Inaugurata oggi al Belvedere della Villa Reale di Monza, l’ultima delle mostre diffuse della XXI Triennale è un ritorno alle origini.

Il design prima del design. Guido Marangoni e le Biennali di Monza 1923-1927, a cura di Renato Besana e nell’allestimento di Lorenzo Damiani, ricostruisce, raccogliendo materiali ormai rari e di difficile reperibilità, il percorso che portò alla nascita e allo sviluppo delle prime Esposizioni Internazionali di Arti Decorative prima che, dalla V Triennale, avessero sede a Milano, nel nuovo Palazzo dell’Arte di Giovanni Muzio (inaugurato nel 1933). 

Aldo Scarzella, bozzetto del manifesto della Prima Mostra Internazionale delle Arti Decorative, 1923, tempera su tavola, courtesy Biblioteca del Progetto, la Triennale di Milano.

 

Oggetti e documenti esposti ricreano l’atmosfera del tempo e sono ordinati secondo quattro dei sei volumi dell’Enciclopedia delle moderne arti decorative italiane pubblicati da Guido Marangoni, ideatore, propugnatore e animatore delle Mostre internazionali.

Figura emblematica del periodo storico, sindacalista e deputato socialista dal 1919 al 1921, fondatore di La Casa Bella, Marangoni credeva fortemente in queste esposizioni come punto di congiunzione tra un artigianato artistico d’elite e la nascente industrializzazione. 

Nell’Italia di allora, dove design e brand erano termini sconosciuti e in cui i mobilieri della Brianza lavoravano su contratto di aziende francesi, nasceva, con le Esposizioni, un nuovo mercato che decenni dopo sarebbe andato sotto il nome di Made in Italy.

L’inaugurazione stamattina al Belvedere della Villa Reale. Da sinistra il curatore Renato Besana, l’architetto Lorenzo Damiani, Silvana Annichiarico direttrice del Triennale Design Museum, Carlo Edoardo Valli presidente della Camera di Commercio di Monza e Brianza e il sindaco di Monza Roberto Scanagatti

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