mirai – in giapponese ‘futuro’ – è il nome scelto per la prima scultura d’arte pubblica di Emmanuelle Moureaux. Con l’opera, che visualizza i prossimi 100 anni a venire (dal 2020 a 2119) in 100 diverse tonalità di colore, l’artista vuole dare l’opportunità alle persone di vedere, toccare e sentire i colori con tutti i sensi. Tutte le sue opere entrano nel corpo con lo sguardo e innescano una risposta fisica.
Alta 4 metri, composta da 592 grandi numeri in acciaio inossidabile, la struttura della scultura fornisce uno spazio abbastanza grande tra gli anni per permettere ai bambini di interagire con l’opera.
Inoltre, guardando all’interno del corpo della scultura, i passanti noteranno che il futuro colorato è di fatto sostenuto strutturalmente dal passato, rappresentato da numeri bianchi: la città cambierà con il cambiamento delle persone e il 2020 diventerà presto il passato.
Parte della serie di installazioni 100 colors iniziata nel 2013 dall’artista, mirai è in mostra permanente nel nuovo complesso urbano e culturale di Green Springs al teatro Tachikawa Stage Garden.
Architetta, artista e designer nata in Francia, Emmanuelle Moureaux vive a Tokyo dal 1996. Ha creato il concetto di shikiri, che letteralmente significa “dividere (creare) lo spazio con i colori”: come dimostra mirai, l’artista utilizza i colori come elementi tridimensionali per comporre gli spazi.
Naturalmente Moureaux utilizza i colori anche nella sua attività di docente presso l’Università di Arte e Design di Tohoku invitando gli studenti a creare una tavolozza di 100 colori di un semplice oggetto della loro vita quotidiana, come bicchieri, riso, ombrelli.
Il suo amore per Tokyo è nato osservando i colori straripanti della città: «le insegne dei negozi, i cavi elettrici, i lampi di cielo blu incorniciati dagli edifici creano strati tridimensionali nella città. Il flusso di colori pervade le strade, costruendo nello spazio profondità e intensità complesse.
Queste esperienze indelebili di colori e stratificazioni a Tokyo sono state l’ispirazione e l’essenza del mio concetto dello ‘shikiri’. Valorizzando l’emozione ispirata dalla città, voglio mostrare al massimo la bellezza dei colori».