Bianco e luminoso, il progetto di Renzo Piano per la Torre Intesa Sanpaolo di Torino racchiude un giardino panoramico in quota completo di servizi aperto al pubblico. Per un nuovo punto di vista sulla città e sul modo di progettare e costruire.
Bianca come le Alpi che fanno da corona alla città, leggera e trasparente, la nuova sede di Intesa Sanpaolo progettata dallo studio di Renzo Piano inaugurata lo scorso aprile aggiunge la terza dimensione al fitto e regolare tessuto urbano torinese, dal quale prende le distanze sia formalmente sia fisicamente, perché inserita in un piano di urbanizzazione che prevede ampio spazio verde attorno ad essa.
Se il dialogo con il landscape avviene per contrasto, quello con la cittadinanza è più diretto: Torre Intesa raggruppa in sé funzioni operative – in primo luogo quella di riunire in un solo luogo i collaboratori del Gruppo bancario – e di spazio aperto alla città nelle parti basamentali e soprattutto nella grande serra panoramica che comprende a tutta altezza gli ultimi tre piani dell’edificio. È un progetto verde in tutti i sensi: oltre che per la serra panoramica, per l’ampio parco comunale Nicola Grosa ai suoi piedi, la cui completa trasformazione e riqualificazione è stata gestita in fase di progettazione come parte integrante dell’intervento, e in senso traslato per le scelte progettuali e impiantistiche che portano l’edificio a consumare fino al 45% in meno rispetto ad analoghe superfici occupate.
Torre Intesa Sanpaolo è il secondo edificio più alto di Torino dopo la Mole Antonelliana (foto ©Enrico Cano)
La costruzione sorge ai margini del centro storico nei pressi della stazione di Porta Susa, accanto all’incrocio di corso Inghilterra e corso Vittorio Emanuele II, in un’area strategica ricca di servizi pubblici e commerciali. La sua ubicazione favorisce l’utilizzo di mezzi pubblici e modalità di trasporto alternativo, con stalli per biciclette e postazioni di car-sharing. La torre si sviluppa su 44 piani, di cui 6 interrati, per un’altezza fuori terra di 166 metri. I piani interrati sono composti da 3 livelli dedicati ai parcheggi (300 auto, 100 moto), da spazi per i locali tecnici e da un giardino ribassato attorno al quale si sviluppano la mensa aziendale e l’asilo nido. I piani centrali dell’edificio sono destinati a uffici e accolgono duemila dipendenti, la presidenza, le sale per gli organi di amministrazione, un centro per l’Innovazione con allestimenti tecnologici funzionali allaricerca e al lavoro interdisciplinare, spazi per la formazione aziendale. I restanti livelli contengono ampi spazi e servizi fruibili dalla comunità che comprovano la vocazione pubblica della torre. In basso, la sala conferenze, polifunzionale e flessibile, che, grazie ad un solaio mobile e ad un’acustica variabile, si trasforma in sala espositiva, concerti o spettacoli a seconda delle necessità e può ospitare 364 persone.
Nelle due tavole sono evidenziati in giallo gli spazi aperti alla comunità dei primi e degli ultimi piani. È evidente la vocazione pubblica del nuovo grattacielo (disegni ©RPBW)
In alto, la serra bioclimatica, ventilata naturalmente, che accoglie il pubblico su tre livelli: il ristorante con il giardino, la sala espositiva e la terrazza panoramica. Grazie all’altezza complessiva di questo volume, oltre ad arbusti Il giardino contiene anche alberi ad alto fusto. A est e a ovest la spina dorsale composta di ascensori e scale contribuisce alla vivacità e all’effetto “dentelle” del progetto mentre a sud la scala di collegamento tra i vari piani incorpora un giardino d’inverno verticale in cui i rampicanti filtrano la luce dietro facciate motorizzate. La doppia pelle vetrata a bassa riflettanza delle facciate crea un’intercapedine che funziona da cuscinetto termico dell’edificio. Un sistema di lamelle apribili motorizzate controllate dal BMS (Building Management System) dell’edificio regola la ventilazione e in inverno contiene le dispersioni di calore. Le sottili sfaccettature fotosensibili del vetro opalescente che forma parte del rivestimento esterno cambiamo leggermente di colore secondo la luminosità incidente, contribuendo alla vivacità complessiva della torre nel panorama urbano.
Dall’alto, la scala sud con il giardino d’inverno e le lamelle motorizzate della facciata (foto ©Enrico Cano)
L’impianto di climatizzazione a soffitto è molto efficiente perché nei solai sono stati ottenuti condotti d’aria mediante accoppiamento di elementi di solaio prefabbricati a C. I condotti sono collaboranti con fessure poste sulle pareti, così da regolare l’ingresso dell’aria: in estate l’aria fresca notturna viene incanalata all’interno dei doppi solai in cemento che ne assorbono la freschezza e che la restituiscono di giorno negli spazi interni con l’aiuto di pannelli radianti. L’impianto è gestito da sonde collegate al BMS. Per la climatizzazione è utilizzata anche l’energia prodotta dallo scambio termico con l’acqua di falda mentre l’energia solare viene catturata dai 1.600 mq di pannelli fotovoltaici che rivestono l’intera facciata sud.
In sede di progetto particolare attenzione è stata dedicata alle condizioni di lavoro dei dipendenti in termini di qualità dello spazio, luce e comfort termico. Gli uffici, che hanno un’altezza di 3,20 metri, dispongono di un’illuminazione indiretta studiata sulla singola postazione. Il grattacielo è dotato anche di vasche per la raccolta dell’acqua piovana che viene riutilizzata per i WC e le aree verdi, di collettori solari per la produzione di acqua calda sanitaria, di un impianto di alimentazione geotermica e di un sistema di illuminazione a LED a regolazione automatica di intensità in funzione della luce ambiente. Il sistema strutturale portante è costituito da sei megacolonne in struttura mista acciaio calcestruzzo e controventato da un core interno in cemento armato del nucleo servizi e ascensori. L’inserimento, dal livello L2 al livello L6, di un auditorium privo di pilastri interni ha comportato la realizzazione di una megastruttura di trasferimento in acciaio tra i livelli 6 e 7 per convogliare i carichi dei 30.
L´atrio di ingresso (foto ©Enrico Cano).
Il basamento dell´edificio (foto ©Enrico Cano)
IL PARCO RIQUALIFICATO
La riqualificazione del Giardino Nicola Grosa, conosciuto anche come Giardino del Tribunale per la vicinanza al Palazzo di Giustizia, e la realizzazione di un parcheggio pubblico interrato di 8.800 mq in via Nino Bixio sono parte integrante della convenzione che la città di Torino e Intesa Sanpaolo hanno siglato con l’acquisizione dei diritti edificatori del grattacielo sulla cosiddetta Spina 2. Il gruppo bancario ha riqualificato il giardino con un investimento di 2,5 milioni di euro, serviti anche per sostituire la guaina di copertura del parcheggio sottostante l’area verde.
Lo spazio verde rigenerato, anch’esso progettato dallo Studio Renzo Piano Building Workshop, si collega a corso Inghilterra attraverso la hall d’ingresso del grattacielo in parte accessibile al pubblico. I progettisti hanno immaginato un polmone verde, accogliente, ben attrezzato, reso sicuro nelle ore notturne da un efficace sistema di illuminazione a led a basso consumo. Il numero di alberi è raddoppiato, così come sono aumentate le specie arboree messe a dimora. Nel giardino ci sono aree per il gioco e per il relax, ampie e ben attrezzate, parcheggi per biciclette e motoveicoli.
La riqualificazione è stata accompagnata da un programma di attività ricreative per i residenti nel quartiere e per le scuole promosso da Intesa Sanpaolo in collaborazione con la Circoscrizione 3. Il parcheggio in via Nino Bixio si sviluppa su 2 livelli interrati che ospiteranno 258 posti auto ed è servito da 2 rampe con accesso dalla carreggiata sud. La prima fase dei lavori, avviata nell’agosto 2013, si è conclusa alla fine della primavera 2014 e ha interessato lo spostamento delle infrastrutture presenti nell’area e lo scavo; la seconda fase, tuttora in corso, ha avuto inizio nel novembre 2014 e prevede la costruzione del parcheggio vero e proprio. Nella primavera del 2016 l’intera area sarà ceduta alla città.
Planimetria generale del Giardino Nicola Grosa adiacente alla torre (disegni ©RPBW)
L’auditorium che occupa i livelli da +2 a +6 (foto ©Enrico Cano)
Località Torino
Anno di realizzazione 2010-2015
Committente Intesa Sanpaolo SpA
Progetto Renzo Piano Building Workshop
Design team P. Vincent e A. H. Temenides (socio responsabile), C. Pilara, V. Serafini, con A. Alborghetti, M. Arlunno, J. Carter, C. Devizzi, V. Delfaud, G. Marot, J. Pattinson, D. Phillips, L. Raimondi, D. Rat, M. Sirvin e M. Milanese, A. Olivier, J. Vargas; S. Moreau; O. Aubert, C. Colson, Y. Kyrkos , A. Pacé
Consulenza architettonica Inarco
Direzione lavori generale Jacobs Italia SpA
Assistenza gare d’appalto, Direzione lavori strutture 1° e 2° lotto CeAS (in collaborazione con lo staff della direzione lavori generale Jacobs Italia SpA)
Progetto strutturale Expedition Engineering, Studio Ossola
Progetto impiantistico Manens-Tifs
Ingegneria facciate RFR Group
Studi ambientali Eléments Ingénieries, CSTB, RWDI
Landscaping Atelier Corajoud, Studio Giorgetta
Interior design Michele De Lucchi, Pierluigi Copat Architecture
Impresa costruttrice Rizzani de Eccher SpA, Implenia Italia
Budget euro 500 milioni
Slp 50.000 mq
Superficie occupata 7.000 mq
Altezza 166 metri
Sezione longitudinale dell’edificio in cui sono evidenziati in giallo gli spazi accessibili al pubblico.
Dettaglio dei tiranti che contribuiscono strutturalmente alla “sospensione” dell’edificio sopra il volume inferiore dell’auditorium, privo di colonne portanti (foto ©Enrico Cano).