Da giovedì 15 luglio 2021 apre al pubblico Breath Ghosts Blind, la mostra personale di Maurizio Cattelan in Pirelli HangarBicocca. L’esposizione, a cura di Roberta Tenconi e Vicente Todolí, in programma fino a febbraio, è un progetto site-specific che affronta concetti universali come la fugacità della vita, la memoria e il senso di perdita individuale e collettivo.
L’architettura monumentale degli spazi di Pirelli HangarBicocca scandisce il percorso espositivo in tre atti. Il titolo della mostra riunisce le tre opere esposte, dalla nuova scultura Breath (2021) alla riconfigurazione dello storico intervento con i piccioni per la Biennale di Venezia del 1997, ora presentato con il titolo Ghosts (2021), fino alla monumentale installazione prodotta per l’occasione: Blind (2021).
Il percorso espositivo ha inizio nella Piazza, con l’opera Breath. Realizzata in marmo bianco di Carrara, la scultura rappresenta la figura di un uomo in posizione fetale e un cane, entrambi distesi a terra l’uno di fronte all’altro. La composizione mostra una scena intima, in cui la scala reale dei protagonisti, pur dialogando con i monumentali spazi della Piazza, conserva un senso di raccoglimento e fragilità. L’utilizzo del marmo conferisce alla scena un’aura di sacralità e la colloca in uno spazio senza tempo.
La vastità delle Navate accoglie l’opera Ghosts, nuova versione di un intervento dell’artista presentato in occasione di due Biennali di Venezia, rispettivamente con il titolo Tourists (1997) e Others (2011). Il lavoro include innumerevoli piccioni in tassidermia, che a dozzine si mimetizzano nell’architettura dell’ex edificio industriale, che «mi ha ricordato un’enorme cattedrale abitata dai fantasmi del suo passato di fabbrica».
Il terzo e ultimo atto della mostra prende vita nel Cubo e si rivela gradualmente al visitatore, che vi giunge attraverso le Navate. Realizzata in resina nera e composta da un monolite e dalla sagoma di un aereo che lo interseca, Blind, spiega Cattelan, «è un’opera sul dolore e sulla sua dimensione sociale». Con Blind infatti l’artista si appropria di un’immagine divenuta parte integrante del repertorio iconografico collettivo, l’attentato dell’11 settembre 2001 al World Trade Center di New York, e la trasforma in un simbolo della perdita e del dolore.
L’illuminazione della mostra è stata concepita dal light designer e direttore di fotografia Pasquale Mari, che vanta una pluriennale esperienza in ambito cinematografico, teatrale e artistico.