Due città divise alla ricerca di un’unione, che nel 2025 saranno insieme Capitale Europea della Cultura. Sono Gorizia e Nova Gorica: due città, una storica e l’altra moderna, che hanno molto in comune e ancor più di diverso, e che convivono l’una accanto all’altra.
Presso la Facoltà di Architettura di Lubiana è stata effettuata una ricerca sul tema della rivitalizzazione dell’area dei binari ferroviari dismessi a Nova Gorica, al confine tra Italia e Slovenia.
Il progetto di ricerca, dal titolo Zeleni zip, la zip verde, è stato condotto dal professore associato Alessio Prinčič.
Il progetto urbanistico, con una superficie di oltre 550 mila mq, ossia più di un settimo dell’area di Nova Gorica, consiste nella ricerca di una connessione organica tra le due città: connessione e integrazione come chiave di volta del progetto oltre che tema conduttore del progetto capitale della Cultura.
Ne è emerso un ampio progetto urbano, delineato dal concetto moderno di città verde. La rigogliosa vegetazione mediterranea fa da cornice ai singoli interventi. Il progetto porta anche un messaggio importante nel contesto dello sviluppo territoriale sostenibile: il rinnovamento e la rivitalizzazione delle aree degradate, temi centrali dell’architettura e dell’urbanistica moderne.
Nel dettaglio, la ferrovia ha oggi l’aspetto di una grande area vuota con troppi binari. È rimasta come una ferita nel territorio e un confine per entrambe le città, una questione da molti anni irrisolta. Su questo argomento sono stati organizzati workshop, concorsi, tesi di laurea, progetti utopici, ma sempre senza successo e nell’impossibilità di ottenere una soluzione seria.
Le città non hanno bisogno della rivitalizzazione di un’area vuota e di bassa qualità, hanno bisogno di una connessione fisica tra loro.
La rinascita non contempla quindi una nuova architettura, bensì nuovi contenuti nella continuità della filosofia di Nova Gorica e della vecchia Gorizia. Il contenuto deve avere una forte identità e un forte potenziale che riempia e dia un impulso continuo a entrambe le città.
Nel progetto di ricerca di Alessio Prinčič vengono immaginate soluzioni concrete al concept di base con soluzioni architettoniche come laboratori e biblioteche, edifici residenziali e per uffici, un centro intermodale, grattacieli, palazzi dalla struttura flessibile per il co-working e il co-living, un hotel, un centro giovanile, ville in stile mediterraneo sul versante italiano come complemento all’architettura esistente, e la ristrutturazione dell’intera rete stradale.
Come spiega l’architetto «il nostro progetto è l’inizio di un’idea che ha bisogno solo della fiducia di entrambe le Gorizie. Io ci credo: che sia la Gorizia italiana sia Nova Gorica dimenticheranno l’egoismo individuale, la solita frase immediata e così obsoleta “non si può fare”, e la sostituiranno con un pensiero positivo. Un futuro migliore appartiene a tutti».
Ha partecipato al progetto di ricerca anche Trimo, uno dei principali produttori mondiali di soluzioni di rivestimento modulare per facciate.
Il ruolo della società è consistito principalmente nell’apporto di competenze e di 60 anni di esperienza nel campo della costruzione prefabbricata leggera con i cosiddetti pannelli sandwich. Tramite apposite lezioni il team di ricerca ha conosciuto tutti i sistemi per facciate e tetto di Trimo, le possibilità tecniche e le soluzioni, e ha potuto conoscere le referenze di noti studi di architettura che hanno utilizzato le soluzioni Trimo per le loro realizzazioni.