In Triennale Milano prosegue fino al 13 marzo 2022 la mostra dedicata a Saul Steinberg (1914-1999), a cura di Italo Lupi e Marco Belpoliti con Francesca Pellicciari. Un’esposizione ricca di disegni a matita, a penna, a pastello; opere realizzate con timbri e ad acquerello, maschere di carta, oggetti/sculture, stoffe, collages, a documentare la intensa e multiforme attività artistica di Steinberg.
Ad accompagnare le circa 350 opere in mostra, un’ampia selezione di apparati documentali e fotografici, riviste e libri originali, che – a partire dalle famose copertine del New Yorker – hanno accolto alcuni dei contributi più significativi di Steinberg.
In questa occasione, viene inoltre mostrata in anteprima parte dell’importante donazione di opere dell’artista che la Biblioteca Nazionale Braidense ha recentemente ricevuto dalla Saul Steinberg Foundation.
Nato in Romania nel 1914 e laureatosi avventurosamente alla facoltà di Architettura del Regio Politecnico, Steinberg non ha mai dimenticato gli anni trascorsi a Milano (dal 1933 al 1941), città in cui, oltre a stringere importanti rapporti di amicizia con alcuni protagonisti del mondo culturale di quegli anni si inizia a delineare il suo personale percorso artistico, attraverso i primi contributi alle riviste satiriche degli anni Trenta come Bertoldo e Settebello.
La mostra prende spunto da questi esordi per fornire una prima testimonianza del suo rapporto con l’Italia in generale, e con Milano in particolare.
Espulso nel 1941 dall’Italia per motivi razziali, Steinberg raggiunse nel 1942 gli Stati Uniti, da cui, arruolatosi nelle fila dell’esercito alleato, ripartì con lo scopo di raccontare gli eventi del conflitto mondiale iniziando la collaborazione, che durerà per tutta la vita, con il New Yorker.
Nel 1978 gli viene dedicata una grande mostra al Whitney Museum of American Art. In questa occasione Steinberg dichiarerà: «Non appartengo propriamente né al mondo dell’arte, né ai fumetti, e nemmeno a quello delle riviste, perciò il mondo dell’arte non sa bene dove piazzarmi».
L’allestimento concepito da Italo Lupi, Ico Migliore, Mara Servetto di Migliore+Servetto Architects abbraccia la Curva al primo piano della Triennale di Milano, definendo un unico ampio paesaggio espositivo.
Il progetto di allestimento lavora sulla leggerezza del segno per costruire un paesaggio attraversabile, costituito da singoli episodi capaci ciascuno di presentare ogni opera in tutta la sua peculiarità. Il progetto mirato di luce integrata alle diverse strutture disegna lo spazio nella lettura delle singole opere e definisce lo stacco dal contesto architettonico che le ospita.