Parma, al Teatro Farnese una lectio magistralis di Anna Heringer

Dopo la lecture in Triennale che anticipa i temi della Milano Arch Week 2023, l’8 ottobre Anna Heringer terrà una lectio magistralis a Parma (ore 20:30, Teatro Farnese).
L’evento, aperto a tutti (i posti sono limitati, per prenotazioni e disdette formazione@archiparma.it), è organizzato dall’Ordine degli Architetti Ppc di Parma e da Ama – Accademia Mendrisio Alumni in collaborazione con Il Rumore del Lutto, a cura di Francesco Di Gregorio ed Eleonora Caggiati, con il patrocinio della Federazione Ordini Architetti Ppc dell’Emilia-Romagna.
Modera la serata Giulia Mura, architetto e giornalista di Artribune.

L’incontro sarà visibile anche in differita sul canale YouTube dell’Ordine degli Architetti di Parma, dalle ore 20 di domenica 9 ottobre.

L’architettura di Anna Heringer, Obel Award 2020, racconta da sempre il tema della sostenibilità ambientale in relazione a quello della bellezza, intesa come superiore armonia di tutti gli elementi: forma, struttura architettonica e contesto socioculturale.

Anna Heringer, ostelli di Baoxi, Longquan, Cina. 2016-2019. Bamboo e terra cruda (strutture in terra cruda Martin Rauch). Ph. ©Julien Lanoo.

Secondo Heringer, l’ostacolo maggiore per l’essere umano è la paura della morte e l’impossibilità di accettarla come evento naturale. «In funzione di questa paura, cerchiamo di costruire con i materiali più durevoli, usando più acciaio, cemento e stabilizzanti di quanto sia necessario. Questo alla fine porta a un uso eccessivo delle risorse e a montagne di rifiuti».

Soprattutto, la nostra architettura continua a ignorare i valori intrinseci delle strutture vernacolari, che secondo Heringer «irradiano un’autenticità e una naturale unicità, una forza senza sforzo»con materiali reperibili in loco, di cui si possono conoscere le specificità e i comportamenti in relazione alle condizioni climatiche.

Tra i materiali naturali Anna Heringer predilige la terra: «la vulnerabilità della terra, il materiale con cui lavoro maggiormente, l’ha resa il campione dei materiali da costruzione sostenibili. È l’unico materiale che puoi prelevare dal suolo, incastrare in muri portanti senza aggiungere nulla, riciclare all’infinito senza alcuna perdita di qualità e – quando non più necessario – ritornare al terreno da cui è venuto e costruirvi un giardino. Un cerchio perfetto»

In altre parole, l’unica strada per sconfiggere la paura della vulnerabilità umana è l’amore, di cui la bellezza è espressione formale: «quando agiamo per amore e con cura – verso il nostro pianeta, verso le altre persone, verso una comunità – la sostenibilità accade naturalmente».

Centro per persone con disabilità, scuola e laboratorio tessile Anandaloy, Rudrapur, Bangladesh, è il progetto con cui nel 2020 Anna Heringer ha vinto l’Obel Award (ph. ©Kurt Hoerbst).

Anna Heringer

Cresciuta a Laufen, presso Salisburgo, all’età di 19 anni Anna Heringer ha vissuto in Bangladesh per otto mesi, collaborando con la Ong Dipshikha e apprendendo che la strategia di sviluppo migliore consiste nel fidarsi delle risorse esistenti e localmente disponibili per trarne il meglio invece di dipendere da forze esterne.

Dal 1997 Anna Heringer è stata attivamente coinvolta nella cooperazione allo sviluppo in Bangladesh. Il progetto del suo diploma, la Meti School a Rudrapur, è stato realizzato nel 2005 e ha vinto l’Aga Khan Award for Architecture nel 2007.
Da quel momento Anna Heringer si è concentrata sull’uso di materiali da costruzione naturali, come fango, bambù e paglia, sulla valorizzazione delle risorse umane locali, e sull’applicazione di competenze globali, realizzando negli anni svariati progetti in paesi dell’Asia, dell’Africa e anche dell’Europa.

Oggi Anna Heringer è professore onorario presso la Unesco Chair of Earthen Architecture, Building Cultures, and Sustainable Development, è stata visiting professor in varie università come Harvard, Eth Zurigo, TU Monaco, Stoccarda e Linz e tiene conferenze in tutto il mondo.

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