Sono oltre 240 i progetti tra i quali la giuria internazionale, formata dal curatore Filippo Bricolo e da Annette Spiro (Eth Zurigo) e Elisa Valerio Ramos (Escuela Técnica Superior de Arquitectura, Università di Granada) ha selezionato i 56 esposti in mostra a Merano Arte fino al prossimo 16 febbraio con il titolo Architetture recenti in Alto Adige 2018-2024.
Si tratta del quarto inventario – promosso da Fondazione Architettura Alto Adige e Südtiroler Künstlerbund – dei progetti che, insieme, documentano l’orizzonte architettonico che si è sviluppato in Alto Adige dal 2000 a oggi.
Rispetto al taglio geografico delle precedenti selezioni, quest’anno l’esposizione privilegia un approccio che guarda all’uso oculato e accorto dei materiali e delle risorse, all’attenzione per le provenienze e all’impatto ambientale e sociale delle architetture. Approccio che si riflette nelle sezioni in cui è organizzata la mostra e il catalogo che l’accompagna (Park Books).
Ecco allora che nella categoria “Riuso riflessivo” incontriamo una serie di progetti legati al tema del recupero architettonico. Lukas Wielander e Martin Trebo sono intervenuti su un edificio medievale nel cuore di Glorenza, con un progetto di ristrutturazione particolarmente riuscito, capace di adottare strumenti contemporanei, adeguare il complesso alle attuali esigenze abitative, ma anche di porsi in linea di continuità con la sua storia.
Markus Scherer agisce invece su un complesso conventuale e su una scuola di Merano, con progetti in cui l’innesto del nuovo sul preesistente trova una delle sue declinazioni più riuscite.
Non mancano esempi di recupero di opere novecentesche, come nel caso del progetto di ModusArchitects. Chiamato a confrontarsi con l’Accademia Cusanus di Bressanone, capolavoro dell’architetto Othmar Barth (1927-2010), lo studio è riuscito a coniugare uno stile attuale con i principi che lo avevano ispirato.
La città di Bressanone torna come caso di indagine per il rapporto tra architettura e contesto storico nella sezione “Evocazioni urbane”. Progetti come la Biblioteca Civica di Carlana Mezzalira Pentimalli dimostrano come sia possibile dialogare con la città antica senza rinunciare ad aspetti sperimentali ponendosi come esempi paradigmatici per interventi che interessano i centri storici.
Al dialogo con la città, si affianca quello con la natura. La sezione “Architettura naturans” mostra una serie di esempi che sembrano scaturire da un rapporto diretto con essa, come nel caso della Nuova cantina Pacherhof a Novacella, dello studio bergmeisterwolf, che sembra trasfigurare la montagna in architettura. Quest’opera, che ha ottenuto numerosi premi e riconoscimenti internazionali, rappresenta uno dei più importanti esempi nel campo dell’architettura vinicola.
“Topografia partecipata” raccoglie invece architetture per cui un aspetto determinante è costituito dal rapporto con il suolo e il suo andamento, spesso impervio. Ad esempio, il Centro Protezione Civile Renon di Roland Baldi Architects (nella foto di apertura) – che ospita una nuova sede per Vigili del Fuoco, Soccorso Alpino e Croce Bianca – nella sua forma semplice e scultorea, si integra nel declivio naturale. La facciata in cemento inoltre, ispirata alle formazioni geologiche presenti in zona, accentua l’effetto per cui l’edificio sembra emergere dal suolo e farne parte.
“Vernacoli plausibili” si interroga sul rapporto con le forme della tradizione attraverso una serie di progetti in cui questa relazione non viene né spettacolarizzata né banalizzata. È il caso di Zierhof con stube in Val di Fleres di Naemas Architekturkonzepte, progettate a seguito dell’incendio che aveva distrutto un maso adottando un linguaggio architettonico che richiama il precedente edificio e, al contempo, un approccio contemporaneo.
Anche nei progetti di Pedevilla Architects (L’edificio di servizio a Passo di Monte Croce realizzato assieme a Willeit Architektur e ciAsa Aqua Bad Cortina a San Vigilio di Marebbe) tradizione e innovazione si fondono, con particolare attenzione per la sostenibilità e la valorizzazione della comunità artigiana.
In “Scavo generativo” incontriamo lavori che operano per sottrazione, come la Musealizzazione delle mura di cinta di Merano di Höller e Klotzner Architetti. Adottando semplici profili in acciaio che rievocano le dimensioni originali delle mura, emersi durante i lavori di scavo intorno al Castello Principesco, il progetto riportaalla luce ciò che non c’è più, salvandone il ricordo.
Anche l’architettura di interni è presa in esame con la sezione “Interni poetici”, in cui vengono proposti esempi di progetti capaci di andare al di là di uno stile internazionale o di recuperi di stili locali in senso turistico, muovendosi su vie meno esplorate. L’Art Library di Martin Feiersinger a Castello Gandegg, nei pressi di Appiano, gioca su un audace contrasto, in cui installazioni e arredi colorati instaurano un dialogo giocoso con il fabbricato preesistente.
L’ultima sezione, “Arte e architettura” riguarda una relazione che ricopre un ruolo di centrale importanza per le istituzioni promotrici dell’iniziativa.
Qui incontriamo progetti come la Halle 3 di Julian Tratter e Markus Hinteregger. L’ampliamento della sede dell’azienda barth Innenausbau di Bressanone ha previsto, oltre alla creazione di nuove aree comuni per i dipendenti, la progettazione di una galleria d’arte contemporanea e il coinvolgimento di diversi artisti.
In maniera diversa l’arte entra anche nel progetto di Walter Angonese con gli architetti Flaim Prünster per la Cantina San Michele Appiano. Il soffitto dell’area di conferimento uve è stato realizzato, infatti, dall’artista Manfred Alois Mayr attraverso l’installazione di oltre 600 grandi tini capovolti di colore violaceo, che sembrano sospesi nello spazio.
Complessivamente, in mostra progetti di alpina architects, Walter Angonese, Area Architetti Associati, Architekturgemeinschaft 15, Architekturkollektiv null17, Roland Baldi Architects, bergmeisterwolf, Busselli Scherer, Carlana Mezzalira Pentimalli, CeZ Calderan e Zanovello architetti, Comfort_Architecten, Daniel Ellecosta, Martin Feiersinger, Flaim Prünster Architekten, Andreas Gruber Architekten, Alfred Gufler, Markus Hinteregger, Höller & Klotzner Architekten, kostnerarchitektur, KUP – ARCH, Architekten Mahlknecht Comploi, Messner Architects, MoDusArchitects, Andreas Moroder, Naemas Architekturkonzepte, Noa, Fabian Oberhofer, Pedevilla Architects, Peter Pichler Architecture, Markus Scherer Senoner Tammerle Architekten, Stifter + Bachmann, Plasma Studio, tara, Julian Tratter, Martin Trebo, Lukas Wielander