Lo storico cementificio della Società Italiana per la produzione di calce e cementi Segni a Colleferro (oggi di proprietà di Heidelberg Materials) è il protagonista silenzioso dei quattro film che dal 7 al 10 agosto verranno proiettati all’aperto nella cittadina laziale (piazza dei Cosmonauti, ore 21, ingresso gratuito).
Fortemente voluta dal sindaco Pierluigi Sanna e dall’assessore Sara Zangrilli, l’iniziativa, che fa parte di un più ampio progetto di valorizzazione dell’identità storica e culturale della città di fondazione, è coordinata da Dario Biello, architetto e regista, e prodotta da 360 Cinedream in collaborazione con Anrca – Associazione Nazionale Ricerca Cinema e Architettura.

Il legame tra il cinema e il territorio del basso Lazio è un tema conosciuto: siamo nella terra che ha dato i natali a Vittorio De Sica, Marcello Mastroianni, Gina Lollobrigida.
La Cines della famiglia Bragaglia fu tra i pionieri della cinematografia.
Colleferro invece è un caso meno indagato, e per questo di maggior interesse. Possiamo far iniziare questo percorso da Virgilio Marchi (1895-1960), pittore, scenografo e architetto, autore nel 1933 dei laboratori e delle residenze per i collaudatori all’interno del Polverificio di Segni e degli arredi della chiesa di Santa Barbara.
Fu forse lui tra l’altro a favorire l’incontro da Riccardo Morandi con la Bpd (la fabbrica di esplosivi Bombrini Parodi Delfino) di Leopoldo Parodi Delfino.
Sempre con la Bpd si intreccia poi la figura di Cesare Zavattini (1902-1989): la sua famiglia migrò da Luzzara per gestire la mensa aziendale del Villaggio Industriale.
Intellettuale poliedrico e protagonista della cultura del ‘900 italiano, Zavattini nel 1939 conosce Vittorio De Sica con il quale vince due premi Oscar nel 1947 e 1949.

Fabbrica di Cinema, questo il nome del palinsesto, sarà l’occasione per raccontare questa storia in quattro serate attraverso lo sguardo di grandi maestri come Roberto Rossellini, Vittorio de Sica, Alberto Bevilacqua e Cesare Zavattini, con le interpretazioni di Romy Schneider, Ugo Tognazzi, Ingrid Bergman, Nino Manfredi, Mariangela Melato e Alessandro Haber.
Il cinema dunque come indagine e rappresentazione sul rapporto tra società, ambiente e lavoro, dal XX secolo all’attuale epoca della rigenerazione dell’archeologia industriale.
Programma
- giovedì 7 agosto, ore 21:00: La Califfa (1970) di Alberto Bevilacqua, con Romy Schneider e Ugo Tognazzi
- venerdì 8 agosto ore 21:00: Europa 51 (1952) di Roberto Rossellini, con Ingrid Bergman, scenografie Virgilio Marchi
- sabato 9 agosto ore 21:00: Lo chiamaremo Andrea (1972) di Vittorio De Sica, con Nino Manfredi e Mariangela Melato, soggetto Cesare Zavattini
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Sabato 9 agosto la proiezioone di ‘Lo chiameremo Andrea’, di Vittorio De Sica con Nino Manfredi e Mariangela Melato. - domenica 10 agosto, Città Novecento (2021) di Dario Biello, con Alessandro Haber, docufilm su Colleferro città fabbrica e sulla sua rigenerazione come Capitale Europea dello Spazio.

L’iniziativa ha il supporto di Heidelberg Materials, il brand che ha raccolto l’eredità del marchio Italcementi, società che a sua volta – nel 1972 – aveva acquisito il locale cementificio dalla Società Italiana per la produzione di calce e cementi Segni.
