Il Palazzo dell´Arengario a Milano é stato costruito nell´arco di un ventennio: dal 1936 (anno di pubblicazione del concorso) al 1956 (anno di apertura degli spazi dedicati all´Ente Provinciale del Turismo). Portaluppi, Griffini, Muzio e un giovane Magistretti, a lato di piazza Duomo, disegnano un edificio costituito da corpi simmetrici e contrapposti di forma rettangolare. Dopo la seconda guerra, l´immagine dell´edificio risulta particolarmente ingombrante per la sua esplicita espressione del regime fascista. Al 1947 risale la demolizione dell´arengo vero e proprio, mentre negli anni successivi sono attuati i lavori di adeguamento degli ambienti interni, su progetto di Melchiorre Bega.
La struttura portante definitiva é composta da pilastri in cemento armato, posati su fondazione a plinto, murature di chiusura e partizione interna in laterizio forato, con copertura a tetto a padiglione. Il Palazzo dell´Arengario é costituito da due corpi di fabbrica che si affacciano sulla piazza, dando vita ad una scenografia contrapposta, rispetto all´arco della Galleria che porta verso via Marconi e piazza Diaz.. L´architettura dei due padiglioni é caratterizzata dalle facciate rivestite in marmo (di Candoglia), facciate aperte al primo e secondo livello da una doppia serie di alte arcate a tutto sesto, caratterizzate da cornici a motivo vegetale intrecciato, opera dello scultore Arturo Martini. Il Palazzo e la sua matrice fascista, concedono poco spazio alle decorazioni, limitate alle raffigurazioni ad altorilievo distribuite lungo la parte basale del portico. Nel 2000 a seguito del piano di riordino di tutti i musei civici, l´Amministrazione Comunale ha avviato il progetto di restauro e modifica d´uso dell´edificio. Il progetto di concorso e di esecutivo é stato diretto dal Gruppo Rota con: Italo Rota come capogruppo, Emmanuele Auxilia, Fabio Fornasari e Paolo Montanari. In qualitá di Consulente per l´Interior Design é intervenuto Alessandro Pedretti. Mentre la susseguente direzione artistica e la sua realizzazione sono state curate da Italo Rota e da Fabio Fornasari, assieme ad Alessandro Pedretti, responsabile degli interni e dell´illuminazione.
Dopo 25 milioni di euro spesi e 8 anni di cantieri, il cosiddetto Arengario cambia denotati e connotati. Tra il 4 e il 6 dicembre 2010, il Palazzo diventa sede allestitiva di collezioni e archivi appartenenti al comune di Milano (nel numero di circa 15-20.000 tra: dipinti, sculture, documenti, allestimenti e libri rari). Nasce cosí il nuovo Museo delle Arti del Novecento.
Attualmente 400 opere d´arte italiane e straniere, lavori che spesso mantengono un legame significativo con il capoluogo ambrogino, sono visibili al pubblico su una superficie complessiva di 8000 metri quadri, 570 dei quali dedicati agli Archivi del Novecento e collocati per estensione al secondo piano di Palazzo Reale. Il percorso storico che inizia dalle avanguardie del primo Novecento e termina con l´arte cinetica degli anni Cinquanta-Sessanta, comporta una superficie espositiva che si estende per 6000 metri quadri distribuiti lungo quattro piani, di cui circa 1500 mq al secondo piano del Palazzo Reale.
Oltre agli spazi adibiti all´esposizione ciclica di collezioni, al piano terra, attraverso vetrine visibili dalla strada, é stato previsto uno spazio per esposizioni temporanee e per approfondimenti del patrimonio artistico esposto. Mentre al piano -1 si trova: una saletta per conferenze e alcuni spazi per la didattica multimediale, con programmi di simulazioni scultoree per ipovedenti. Difatti sono due le attivitá che animeranno il Museo: la didattica e gli archivi. Futuro e passato. Ma per Italo Rota, intervistato una decina di giorni prima dell´apertura, la vera anima del Museo del Novecento resta un luogo per la storia ma anche per il futuro. E´ il futuro a dover rimanere il nostro grande progetto, piú importante dello stesso Museo del Novecento, edificio che deve prevedere l´attivitá di conservazione di alcuni capolavori rimanendo al passo con l´obsolescenza.Uno spazio all´interno del quale l´architettura crea sensazioni per collettivitá senza territorio. Community che pongono al centro aggregante della loro collettivitá la cultura degli oggetti e la loro sopravvivenza alle prossime civiltá.
ITALO ROTA
Italo Rota, 57 anni, milanese, si laurea in architettura al Politecnico di Milano. Dopo aver vinto il concorso per gli spazi interni del Musée d´Orsay alla fine degli anni Ottanta, si trasferisce a Parigi, dove cura anche la ristrutturazione di alcune sale del Louvre e lavora con Gae Aulenti alla ristrutturazione del Museo d´Arte Moderna al Beaubourg. Nel 1996 rientra a Milano e inizia una collaborazione con diverse aziende del mondo del design. Nel 2008 firma la prima edizione del Museo del Design alla Triennale di Milano. Numerosi i progetti in corso di realizzazione o recentemente completati come il Boscolo Exedra a Milano 2009), il Boscolo Palace a Roma (2010), il rinnovamento della Stazione Marittima di Palermo, il tempio indú di Lord Hanuman in India (2009) o la riconversione di un complesso siderurgico sempre in India. Molto diversi tra loro per scala e tipologia, i lavori dello Studio Italo Rota & Partners sono riconoscibili per la stretta compenetrazione tra spazio e movimento generata da linee audaci, l´uso particolare della luce e la scelta dei materiali frutto della lunga esperienza maturata negli allestimenti e nella progettazione di strutture temporanee.
Museo del Novecento
Via Marconi 1 – Milano
Orari: lun 14.30/19.30
mar-dom 9.30/19.30
gio-sab fino alle 22.30