Dopo: sta tutto in quest’avverbio, che è anche un’interrogazione, il significato delle 20 mostre messe a punto dal Comitato Scientifico della XXI Triennale e presentate ufficialmente ieri presso il Palazzo dell’Arte che animeranno la sede storica della Triennale e altri luoghi di Milano compreso il sito di Expo, che riaprirà per l’occasione.
Un investimento di 37 milioni, 39.000 mq di superfici impegnate tra Milano, Monza e Expo per una riflessione di 5 mesi – dal 2 aprile al 12 settembre – sul futuro che è già tra noi e per definire i paradigmi necessari per interpretarlo e comprenderlo, in un’epoca di transizione dove i segnali si accavallano come le onde corte di tante trasmissioni radio, a volte flebili a volte più potenti, ma al ricevitore manca la scala della sintonia e non sai mai quale è Lubiana e quale Roma e Londra e Berlino.
Il salone d´onore del Palazzo dell´Arte affollato alla presentazione di ieri |
Può darsi che il segno dell’epoca che viviamo sia l’interrogazione costante più che le ottimistiche certezze del Novecento, e allora vien subito da pensare alla ricerca dei nuovi artigiani, un po’ digitali un po’ manuali, che vedremo alla Fabbrica del Vapore nel progetto di Stefano Micelli New Craft, con una selezione delle oltre 400 proposte con cui giovani under-35 hanno risposto alla call lanciata nei mesi scorsi.
O sarà invece il caso di ripercorrere, per ritrovarne il senso, i 100 strumenti che dalle punte di freccia della preistoria alla produzione di pezzi di ricambio del nostro organismo rappresentano la storia degli utensili dell’umanità, con Neo Preistoria – 100 verbi, a cura di Andrea Branzi e Kenya Hara (in Triennale).
La fibula di Pizzoli, con figure e animali a tutto tono, databile all´VIII secolo a. C. ritrovata nel 2008 a Pizzoli (L´Aquila) nella tomba 45, scavo in località Scentelle – Capaturo. Bronzo; cm 5,2 x 8,8. Chieti, Museo Archeologico Nazionale, Villa Frigerj (Polo museale dell´Abruzzo, foto Mauro Vitale, Soprintendenza Archeologia Abruzzo) |
L’architettura è un’arte all’Hangar Bicocca, con le opere appositamente realizzate da 15 studi invitati da Pierluigi Nicolin in Architecture as Art, e un’azione costruttiva, opportunamente catalogata nei materiali e nei modi di disporli, plasmarli, impilarli, intracciarli, connetterli, piegarli, inciderli da Cino Zucchi e Luisa Collina in Sempering (con Valentina Auricchio e Simona Galateo, al Mudec).
Amateur Architecture, uno dei 15 studi invitati da Pierluigi Nicolin all’Hangar Bicocca per Architecture as Art: Wang Shu, Decay of a Dome, esperimento costruttivo realizzato in scala 1:1 per la Biennale di Venezia del 2010 di fronte alla Scuola di Architettura del Campus di Xiangshan (Foto Lu Wenyu). |
Ma c’è anche una città che viene dopo (o nonostante) la città. Fatta di landscape urbanism, orti urbani, street art, nuove forme insediative. È appunto City after the City, ideata da Pierluigi Nicolin e organizzata in due padiglioni di Expo, dove un modello a vasche (in scala 1:5, si suppone) riprodurrà finalmente quell’orto planetario che promettevano i render della candidatura.
La città, e le questioni conflittuali che nascono dall’integrazione di culture diverse (più mancata che riuscita) è anche il tema della Metropoli Multietnica con cui Andrea Branzi affronta le contraddizioni della globalizzazione e il loro riverbero sulle nostre vite quotidiane.
Tornando al Novecento, per il design è stato un secolo al testosterone, ricordava Silvana Annichiarico presentando la IX edizione del Triennale Design Museum dal titolo W-Women in Italian Design, che intende tracciare una storia del design italiano al femminile ricostruendo figure, teorie, attitudini progettuali seminate nel Novecento e che si sono affermate, trasformate ed evolute nel XXI secolo.
Lavinia Altara, Paradiso Terrestre, seconda metà 1950 |
Alle 11 mostre ufficiali si affiancheranno, promosse da musei, enti, istituzioni e aziende, altre esposizioni.
Accompagnata da un fitto calendario teatrale e concertistico e dalla ripresa delle iniziative culturali di Expoincittà, la XXI Triennale, a cui finora hanno aderito con proprie installazioni più di 30 Paesi, si annuncia come un maxi-evento in grado di attrarre a Milano, dicono le previsioni, mezzo milione di persone, e soprattutto di attivare una riflessione culturale profonda, evitando l’effetto kermesse popolare che ha caratterizzato Expo.
Un biglietto universale a 22 euro, valido per tutti gli eventi per tutto il periodo, o uno di 15 euro che consente di visitare una volta tutte le esposizioni nell’arco dei 5 mesi, favoriranno il flusso di visite e la partecipazione.