Il titolo della personale di Matteo Pizzolante che inaugura giovedì 27 ottobre a FuturDome a Milano – La linea che ci divide dal domani, a cura di Atto Belloli Ardessi – si riferisce alla linea immaginaria che attraversa il pianeta in corrispondenza del 180° meridiano e determina il cambio di data. Il viaggiatore che si muove dall’Asia verso l’America deve contare la stessa data due volte, mentre in direzione opposta è necessario saltare un giorno.
Una piega/paradosso del tempo che investiga l’istante in cui nella nostra mente si sviluppa la ricostruzione di un evento, sempre identificato non come un ‘fatto’ bensì come un ‘vissuto’.
Molto spesso infatti la memoria non è semplicemente una riproposizione di una percezione antica, ma il resoconto di una esperienza o il risultato di una ricerca di senso che aggiunge valore all’evento originario creato dalla nostra reinterpretazione soggettiva.
Tra le opere in mostra Amobarbital, lo stesso nome del farmaco sintetizzato in Germania nel 1932, ora vietato, anche definito Cielo Blu che inducendo a dire la verità su un episodio specifico poteva condurre un soggetto alla generazione di una falsa memoria dell’evento descritto.
Il progetto espositivo di Matteo Pizzolante presenta un nuovo corpo di opere site specific sviluppate in relazione alle peculiarità spaziali e alla storia degli ambienti espositivi di FuturDome e ai materiali che ne ridefiniscono l’involucro architettonico, attivando un cambiamento di intensità temporale che comporta una riduzione del presente.
La linea che ci divide dal domani è visitabile fino al 28 gennaio 2023. Ingresso libero.
Matteo Pizzolante
Matteo Pizzolante (Tricase, Lecce, 1989) utilizza immagini digitali e software come strumenti per rappresentare e ridescrivere lo spazio interrompendo la dinamica della cronologia.
Il punto di partenza del processo creativo dell’artista è spesso la modellazione 3D, grazie alla quale Pizzolante crea composizioni uniche in cui unisce memoria e immaginazione. Attraverso un meticoloso lavoro di ricostruzione digitale, l’artista crea una visione lucida che sembra svanire davanti agli occhi dell’osservatore. Le opere di Matteo Pizzolante riabilitano stati d’animo e concetti come lentezza e dilatazione del tempo, in contrasto con la velocità della quotidianità. Un cambiamento di intensità che comporta una riduzione del presente.