All’ADI Design Museum una mostra dedicata a Bruno Morassutti

Nel centenario della nascita (1920-2020), l’ADI Design Museum di Milano dedica una mostra a Bruno Morassutti

A cura di Alessandro Colombo e Francesco Scullica, “Morassutti100+1!”propone alcune interpretazioni inedite di uno dei protagonisti della cultura del progetto nell’Italia del secondo dopoguerra con l’obiettivo, da un lato, di evidenziare le caratteristiche e il metodo alla base dell’azione progettuale di Morassutti alle diverse scale e dall’altro di mettere in luce il rapporto con una dimensione culturale ampia e con l’ambiente milanese e italiano degli anni ’50, ‘60 e ‘70.
La mostra mette inoltre in evidenza lo scambio costante e biunivoco, nell’azione progettuale, tra l’architettura e il design.

Morassutti dedicò molto impegno ai temi della prefabbricazione edilizia (ph. courtesy Università IUAV Archivio progetti).

A partire dall’esperienza americana con Wright, ai rapporti con i protagonisti del movimento Moderno come Neutra, la mostra segue i progetti e le realizzazioni di Morassutti lungo sessant’anni di attività e le relazioni con i protagonisti della scena culturale milanese e italiana di quegli anni.

La mostra “Morassutti100+1!. La cultura del progetto nell’Italia del secondo dopoguerra” rimarrà aperta fino al prossimo 23 gennaio.

Colophon

a cura di  Alessandro Colombo e Francesco Scullica 

progetto di allestimento Alessandro Colombo e Paola Garbuglio con Francesco Scullica 

Partner

  • IUAV Archivio Progetti
  • Associazione Bruno Morassutti Project
  • Politecnico di Milano
Lavori di costruzione della metropolitana milanese, 1963 circa (courtesy Fondazione Pirelli).

Bruno Morassutti

Nato a Padova, Bruno Morassutti studia a Venezia, dove si laurea nel 1946, guardando a figure significative come quella di Frank Lloyd Wright, tanto da recarsi a Taliesin, dove si fermerà per due anni. Negli Stati Uniti, Morassutti entra in contatto con altri protagonisti del Movimento Moderno come Richard Neutra e Ludwig Mies Van Der Rohe, di cui apprezza il rigore metodologico e compositivo pur rimanendo sempre attento alla centralità dell’individuo e, seguendo l’approccio wrightiano, al contesto.
Rientrato a Milano, 
Morassutti viene invitato a tenere lezioni e conferenze sull’esperienza americana. Entra quindi a far parte dello studio BBPR, dove conosce Angelo Mangiarotti, con il quale avvia nel 1954 un sodalizio professionale  firmando una serie di opere riconosciute dalla critica nazionale e internazionale come la chiesa Mater Misericordiae di Baranzate, gli edifici a San Martino di Castrozza, i condomini in via Quadronno e in via Gavirate a Milano.
Fra il 1960 e il 1968 Morassutti svilupperà progetti significativi come la Villa Von 
Saurna a Termini di Sorrento, il condominio Fontanelle a San Martino di Castrozza e l’edificio industriale a Longarone, realizzazioni che si distinguono per la forte carica innovativa e per il ricorso alla tecnologia, apportando un contributo personale al dibattito nato del dopoguerra sul rapporto fra “tecnica e arte”.
Fra il 1968 e il 1980 una nuova associazione professionale con gli architetti Giovanna Gussoni, Mario Memoli e Maria Gabriella Benevento porterà ad altre opere significative, una per tutte il centro di istruzione permanente per il gruppo IBM a Novedrate. Dello stesso periodo il forte interesse verso la prefabbricazione edilizia pesante, un settore oggetto di progetto e ricerca anche alla scala del disegno del componente edilizio.

L’attività di Bruno Morassutti sarà sempre figlia del particolare clima culturale della Milano del dopoguerra, esplicitata nella frequentazione di scrittori, filosofi, artisti, scienziati e personaggi di significativo livello, fra i quali si ricordano Dino Buzzati – zio di Lalla Ramazzotti Morassutti, moglie dell’architetto – Gillo Dorfles, Albe e Lica Steiner, Lucio Fontana, Gino Cosentino e il genetista Luca Cavalli Sforza.  

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