Prosegue con la Verona-Padova l’estensione verso Nord-est della rete ferroviaria dell’Alta Velocità. Quando completata, l’opera –finanziata per la maggior parte con i fondi del Pnrr – dimezzerà i tempi di percorrenza e comporterà la mancata immissione in atmosfera di quasi 300mila ton/anno di CO2.
A uno stadio avanzato in primi due lotti: il primo, un tracciato di 44,2 chilometri che attraversa 13 comuni, da Verona a Vicenza, approvato in via definitiva nel 2018 con l’inizio dei lavori fissato al 6 agosto del 2020; il secondo di 6,2 chilometri, con l’attraversamento di Vicenza, il cui progetto definitivo è previsto nei primi giorni di gennaio e l’inizio dei lavori entro l’estate del 2022.
Ad oggi sono circa 320 le imprese fornitrici coinvolte nella realizzazione dell’opera, mentre – una volta aperti tutti i cantieri – la forza lavoro impegnata, tra diretti e indotto, raggiungerà le 4.000 unità.
«Quest’opera darà vita a un enorme cambiamento per questo territorio – spiega l’ingegnere Paolo Carmona, general manager del Consorzio Iricav Due (composto all’83% dal gruppo Webuild e per il 17% da Hitachi Rails STS) – il solo attraversamento di Vicenza contribuirà a modificare l’assetto cittadino migliorando la connettività tra il Nord e il Sud dell’area urbana. Inoltre, l’intera linea viene costruita in affiancamento alla vecchia esistente, la cui funzionalità non viene interrotta».
Oltre alla stazione di Vicenza e al passaggio della linea a due passi dall’agglomerato urbano, il progetto complessivo prevede infatti anche l’istituzione di una linea lunga 12 chilometri servita da bus elettrici che collegheranno gli estremi della città da Est a Ovest raggiungendo la stazione dell’alta velocità.