La memoria storica della città e la preesistente struttura in laterizio sono stati il fulcro del progetto architettonico curato dallo studio ATTA (Atelier Tsuyoshi Tane Architects): i magazzini in mattoni sono infatti elementi caratteristici della zona di Hirosaki dove furono edificati all’inizio del Novecento per ospitare i laboratori che producevano sake e, successivamente, sidro.
Si tratta del primo grande progetto museale in Giappone per lo studio ATTA, vincitore nel 2017 del concorso lanciato dalla città di Hirosaki in collaborazione con partner privati per la ristrutturazione di un magazzino da destinare a museo.
Il team di ATTA ha sviluppato il concept del museo ispirandosi al tema della “memoria continua”, accogliendo nel progetto il valore storico dell’edificio e il ricordo della sua funzione originaria. L’idea di base è stata di fare della struttura preesistente il punto focale, con un’azione di recupero e conservazione del laterizio originario.
Dove necessario gli antichi mattoni di colore rosso sono stati integrati con altri nuovi riprodotti in modo da non creare distinzioni tra vecchio e nuovo.
Sempre tenendo conto della precedente destinazione dell’edificio il tetto è stato realizzato con una copertura in titanio che rievoca la sfumatura dorata del sidro, riproducendo l’antica tecnica di copertura a trama diagonale ampiamente utilizzata nella costruzione delle fabbriche di sidro.
La ristrutturazione dell’edificio storico, oltre a preservare le componenti strutturali in laterizio, ha inoltre migliorato le prestazioni antisismiche della struttura.
L’intento del neonato polo culturale è quello di ospitare opere d’arte pensate in relazione con l’architettura, stimolando nuovi scenari creativi. L’edificio infatti è stato concepito preservando la memoria architettonica e con l’idea di produrre esperienze attivate dall’arte, creando un nuovo patrimonio industriale contemporaneo.
Il museo è un insieme di strutture diverse in relazione tra loro: vi sono cinque ambienti espositivi, tra cui una galleria con un soffitto alto 15 metri, una galleria civica e tre studi, una biblioteca, il negozio e la caffetteria.
La mostra inaugurale, intitolata Thank You Memory: From Cidre to Contemporary Art è un omaggio alla funzione storica dell’edificio con un focus sul concetto di memoria, cui seguirà nel corso dell’autunno All Return: “Come back in a hundred years’ time. After a hundred years you’ll understand” di Tsuyoshi Ozawa.
Crediti
Superficie del museo 3.089.59 mq
Superficie caffetteria e shop 497.69 mq
Museo
Rappresentante del progetto Starts Corporation Inc.
Management N&A Inc.
Project Management NTT Facilities Inc., NTT Facilities Tohoku Inc.
Struttura Obasyashi Corporation + Starts Cam
Illuminotecnica Izumi Okayasu Lighting Design
Ingegneria P.T.Morimura & Associates, Ltd.
Costruzione Starts Cam, Obayashi Corporation, Minami Kensetsu
Caffetteria & Shop
Project Management Strats Cam
Struttura Yasuhirokaneda Structure
Illuminotecnica Izumi Okayasu Lighting Design
Costruzione Nishimura-Gumi
Atelier Tsuyoshi Tane Architects
L’Atelier Tsuyoshi Tane Architects (ATTA), fondato e diretto dall’architetto Tsuyoshi Tane, ha la sua sede principale a Parigi e coordina un team internazionale di oltre 30 architetti, designer e creativi. Attualmente lo studio è impegnato su un’ampia gamma di progetti in Europa, Nord America e Asia, da case private di piccole dimensioni a un piano urbanistico su larga scala.
ATTA coordina architetti e designer provenienti da tutto il mondo, riuniti per collaborare a progetti internazionali e sperimentali che affrontano temi quali la memoria, l’identità, la comunità e la resilienza.
Il modello creativo specifico del studio nasce da una metodologia basata sulla ricerca e su un alto livello di collaborazione denominato ‘archeologia del futuro’. Il manifesto di ATTA lo spiega chiaramente: “Iniziamo il nostro lavoro come archeologi, cominciando a esplorare una lunga distanza nel tempo e a scavare nella memoria del luogo. È un processo di sorpresa e di scoperta, di ricerca per incontrare ciò che non conoscevamo, ciò che avevamo dimenticato e ciò che è andato perduto a causa della modernizzazione e della globalizzazione. Crediamo che ci siano sempre ricordi nel luogo che sono profondamente radicati nel sottosuolo e nella storia. Con questo processo di pensiero, che va dal passato al futuro, la memoria del luogo diventa lentamente architettura. Perché siamo convinti che la memoria non sia qualcosa che appartiene al passato, ma che sia una forza trainante per creare l’architettura del futuro”.