Arte e Design in Italia 1915 – 2025, una mostra all’Adi Design Museum

Ideata e curata da Stefano Casciani e nell’allestimento di Lissoni GraphX, fino al prossimo 15 giugno l’ADI Design Museum di Milano presenta Best of Both Worlds: Italy. Arte e Design in Italia 1915 – 2025, una mostra sulle contaminazioni tra arte e industria, che illustra le radici culturali, l’evoluzione progettuale e il dialogo con la modernità, svelando gli intrecci creativi che hanno plasmato la “società estetica” contemporanea.

 

Ph. ©Michele Nastasi

 

L’esposizione sottolinea il legame profondo che il design italiano intrattiene non solo con le dinamiche sociali ed economiche, ma anche con discipline quali la letteratura, l’artigianato e, soprattutto, le arti visive, plastiche e multimediali. Un patrimonio che si è evoluto nel tempo, adattandosi al contesto industriale con una sensibilità inimitabile.

In Italia, l’attenzione verso l’interconnessione tra forme espressive ha alimentato una produzione prolifica, in cui ricerca, creatività ed efficienza funzionale si intrecciano armoniosamente. Tuttavia, la critica e la storiografia hanno spesso trascurato il complesso rapporto tra il design e il mondo industriale. L’esposizione intende dunque esplorare come la cultura cosmopolita del design abbia trovato, e trovi ancora oggi, uno dei suoi momenti più significativi in Italia, affrontando le sfide della produzione di serie e del mercato di massa – dagli anni del boom economico a quelli della crisi postmoderna – nel confronto con la cultura artistica.

Il curatore Stefano Casciani in proposito afferma: «questa mostra è il punto di arrivo di una lunga serie di studi, ricerche e sperimentazioni tra arte e progetto che – dalle avanguardie storiche ad oggi – abbiamo condotto in molti per rivoluzionare l’immagine dell’oggetto, non più solo strumento funzionale ma protagonista della cultura visiva. All’ADI Design Museum, ai produttori, a tutti i prestatori va reso il merito di aver saputo cogliere la straordinaria opportunità di questa grande mostra per informare il pubblico più ampio su quel dialogo colto e utopico tra le arti e il design che rende unica l’esperienza italiana».

 

Ph. ©Michele Nastasi

 

Materiali inediti e contemporaneità

Tra gli highlight della mostra, materiali inediti – scritti e visivi – che svelano il pensiero progettuale dietro il design italiano e il suo dialogo costante con l’arte. Per rafforzare il legame con il presente, le aree tematiche sono dedicate agli autori che hanno lavorato e continuano a lavorare sull’incontro tra arte e design, rinnovando questa tradizione straordinaria per il pubblico contemporaneo.

L’esposizione si dipana come un racconto che attraversa le epoche decisive del design italiano, dal fervore futurista alla sua espressione nel contesto industriale, con figure di spicco come Mollino, Munari e Mari. Si snoda attraverso la stagione Pop di Joe Colombo, per approdare alle istanze radicali e al movimento “Art Design”, promosso da Mendini, Alchimia, Sottsass e il gruppo Memphis, e il rapporto tra arte, moda e design indipendente.

 

Ivo Pannaggi, ingresso di casa Zampini, 1925-26. Courtesy of Musei Civici di Palazzo Buonaccorsi, Macerata.

 

L’analisi prosegue con l’evoluzione del design nell’era digitale e la sua più recente vocazione “scultorea” nelle ricerche individuali di autori, da Gaetano Pesce a Nathalie Du Pasquier, che aprono una riflessione sui nuovi orizzonti dell’immagine e dell’oggetto contemporaneo.

Le diverse sezioni mettono in collegamento temi cruciali per la reinvenzione dell’oggetto, dall’astrattismo al neo-modernismo, fino alla recente tendenza del collezionismo low-cost.

 

Piero Manzoni, Corpo d’aria #44 (1959-60). Courtesy of Fondazione Manzoni, ph. ©Matteo Zarbo.

 

«Coprire oltre un secolo di storia con questa profondità e meticolosità – commenta il president dell’Adi Luciano Galimberti – è un modo per analizzare l’evoluzione culturale ed economica del nostro Paese, restituendoci una lettura critica rispetto a una idea di design quale disciplina multidisciplinare e leva strategica per lo sviluppo. Un tributo al ruolo pionieristico del design italiano nel mondo, frutto della continua collaborazione tra industria e innovazione, creatività e poetica».

La mostra è ostenuta da aziende e enti quali  Fondazione Cariplo, Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi, Intesa Sanpaolo (anche con il prestito di quattro opere provienenti dalle proprie collezioni) e da Fantoni, partner tecnico.

 

Nathalie Du Pasquier, Untitled, 2024. Ph. ©Alice Fiorilli, courtesy the artist and Palazzo Gallery.

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