Attraverso le Alpi, un racconto fotografico

In anteprima online il 3 luglio e, da settembre, con incontri in presenza, 274 immagini frutto di una campagna fotografica condotta lungo le valli alpine italiane, dal confine francese a quello sloveno.

È il racconto fotografico delle trasformazioni del paesaggio alpino voluto dall’Associazione Architetti Arco Alpino e realizzato dal collettivo Urban Reports, che con il proposito di rintracciare – attraverso le forme dell’abitare, le risorse, le produzioni e i meccanismi di ieri e oggi – i segni dell’abbandono e i segnali di riappropriazione contemporanea ha indagato 10 territori, esplorato 12 valli e percorso migliaia di chilometri attraverso le ‘terre alte’.

Attraverso le Alpi è il secondo progetto dell’Associazione Architetti Arco Alpino, che nel 2016-17 lanciò il contest Rassegna di Architettura Arco Alpino cui parteciparono ben 246 progetti realizzati. Questo nuovo progetto fotografico promuove, nelle parole dell’architetto Alberto Winterle, presidente dell’associazione, «un ulteriore livello di lettura e intende osservare le normali modalità di utilizzo e sfruttamento dei territori che testimoniano la relazione dialettica ed evolutiva tra l’uomo e l’ambiente in cui vive».

Si tratta di un paesaggio articolato che mostra le stratificazioni di storie, culture, modi di abitare e operare nei tempi. Centri abitati, infrastrutture, opere, coltivazioni, allevamenti, costruzioni, scavi sono segni profondi – sovente cicatrici – di un passato e un passaggio dell’uomo che, nei tempi recenti, ha rapidamente ribaltato il rapporto uomo-natura.

Da patrimonio comune, la montagna è diventata prodotto e i territori un valore economico, fatto spesso di lottizzazioni e sovraproduzione di seconde case. Sono cambiate le forme dell’abitare, con lo spostamento delle residenze in bassa-media valle, lasciando comunità rese mute dallo spopolamento, immobili abbandonati o vuoti per lunghi periodi; e un’urbanizzazione del fondo valle con un carattere fortemente estraneo al contesto alpino.

Vi è poi il secondo capitolo dedicato alle risorse e alla produzione, in cui le immagini amplificano i segni di un tempo che ha sfruttato le risorse locali plasmando il territorio: lo ha reso fertile e produttivo, ha costruito condotte e impianti, ha scavato pietra ed estratto metalli. Lasciando poi sul terreno, una volta abbandonate, piloni, involucri vuoti, cave dismesse, borghi in rovina, voragini, scavi, esempi di archeologia industriale, divenuti talvolta landmark o land-art.

Il terzo e ultimo capitolo d’indagine riguarda i meccanismi, ossia le micro e le macro-infrastrutture che per rendere possibile la convivenza uomo-montagna – reti, chiodature, protezioni, strade, ponti, sentieri, bacini di raccolta, terre armate, dossi, muri e parcheggi, ma anche piccoli e misteriosi marchingegni segnalati come pericolosi – che imbrigliano, avvolgono, tagliano, superano i pendii, sostengono, creano connessioni, avvicinano, aderiscono alla roccia e disegnano paesaggi. La riflessione qui si concentra tra la forza immensa dell’elemento vivo naturale e l’azione di contenimento dell’uomo.

Accanto alla montagna urbanizzata, modellata, livellata, disboscata e infrastrutturata, (r)esistono valli abitate da comunità stanziali che sfidano ogni giorno l’ambiente ostile con tenacia; accanto a esempi di sopravvivenza e resistenza – e all’opposto dei fenomeni di abbandono – si trovano forme di ritorno e riscoperta del vivere le terre alte, pur con le difficoltà del caso. Dove terra, pietra, acqua, bosco, habitat, pendii e clima sono, sì, risorse e occasioni di rilancio produttivo, ma tornano a essere soprattutto beni ambientali collettivi. Dando segnali incoraggianti di un ripensamento del territorio alpino come paesaggio culturale e patrimonio comune insostituibile.

 

I 274 scatti di Urban Reports provengono dalle strade e dai sentieri delle Val Tanaro, Val Chisone, conca di Saint-Nicolas, Val Sermenza e Val d’Otro, Val Divedro, Valmalenco, Val di Rabbi, Val Martello, e dai territori tra Cadore e Comelico e Val Canale.

L’Associazione Architetti Arco Alpino è composta dagli Ordini degli Architetti PPC di Aosta, Belluno, Bolzano, Cuneo, Novara e Verbano Cusio Ossola, Sondrio, Torino, Trento, Udine e Vercelli.

Link per la registrazione all’anteprima online di venerdì 3 luglio (ore 17:30): https://ordine.oato.it/formazione/reg/31170/attraverso-le-alpi-un-racconto-delle-trasformazioni-del-paesaggio-alpino

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