BancaStato Swiss Architectural Award 2024, vince lo studio Al Borde

Al Borde, studio di architettura fondato a Quito (Ecuador) da Pascual Gangotena, David Barragán, Maríaluisa Borja e Esteban Benavides, vince la nona edizione dello Swiss Architectural Award, il premio biennale promosso dalla Fondazione Teatro dell’architettura con il sostegno organizzativo e operativo dell’Università della Svizzera italiana – Accademia di architettura di Mendrisio e svolto in collaborazione tra le tre Scuole di Architettura svizzere (Università della Svizzera italiana – Accademia di architettura; Politecnico Federale di Losanna – ENAC, Section d’Architecture; Eth Zurigo – Departement Architektur).

 

Lo staff di Al Borde: Pascual Gangotena, David Barragán, Maríaluisa Borja, Esteban Benavides.

 

Per la prima volta il riconoscimento gode del sostegno della Banca dello Stato del Canton Ticino. Per questa ragione, dalla presente edizione il premio è denominato BancaStato Swiss Architectural Award.

Da sempre, il premio riconosce e segnala architetti di tutto il mondo che, con particolare sensibilità nei riguardi delle questioni etiche, estetiche ed ecologiche, hanno offerto un apporto rilevante alla cultura architettonica contemporanea, contribuendo a migliorare la qualità di vita dell’uomo e a favorire il dibattito pubblico e disciplinare sul ruolo dell’architettura nella società odierna.
Il premio è attribuito ad architetti di età non superiore ai 50 anni (nell’anno in cui il premio viene bandito), senza distinzione di nazionalità, che abbiano realizzato almeno tre opere significative e abbiano offerto un contributo rilevante alla cultura architettonica contemporanea.

Al Borde è stato scelto fra 31 candidati provenienti da 17 Paesi di tutto il mondo, selezionati dal comitato di advisor, che hanno pienamente risposto alle attese dei promotori e della giuria del premio.

 

Al Borde, aula Belvedere, Ph. ©Jag Studio

Al Borde, Aula belvedere, Foresta protetta del Cerro Blanco, Guayaquil (Ecuador), 2021-2022
Il primo intervento previsto dal piano regolatore della foresta protetta del Cerro Blanco mette i visitatori di fronte all’imponenza della natura del luogo. L’asse centrale termina in una piattaforma dalla quale una guida o un docente può interagire con un gruppo distribuito nelle due ali laterali. In questo modo il belvedere può essere facilmente trasformato in un’aula per le scolaresche, che rappresentano il pubblico più numeroso in visita al parco.
Comuni pezzi di legno sono utilizzati e assemblati in modo semplice per realizzare qualcosa che non è né comune né semplice; l’architettura è priva di rifiniture e la sua forma più primitiva è sufficiente ad accogliere i visitatori. Il belvedere non è nemmeno dipinto, il colore scuro è dovuto a un metodo di conservazione del legno per il quale lo strato superficiale viene bruciato; questo lo mineralizza e lo protegge dai parassiti che potrebbero attaccarlo.
La struttura in legno, da cui la vista può spaziare sul paesaggio, è protetta da un tessuto impregnato di malta cementizia sostenuto da una tensostruttura. Il Centro di innovazione di Holcim Guayaquil, insieme agli architetti, ha studiato e sviluppato un tetto ibrido a geometria adattiva, utilizzando una malta ad alta resistenza spruzzata su un tessuto che agisce come una “cassaforma” sospesa per aria.
La malta cementizia è stata progettata per ottenere elevate resistenze iniziali, la fluidità necessaria per poterla spruzzare, la consistenza opportuna per aderire al tessuto e infine per garantire una bassa permeabilità allo stato indurito, al fine di proteggere il tessuto dagli agenti atmosferici e dal degrado determinato dai raggi UV.
Sono stati realizzati diversi prototipi sul campo e in laboratorio per definire la tecnica di spruzzo, le inclinazioni tessili massime consentite e la sequenza di posa per strati, prima della messa in opera sul belvedere.
Attraverso un’analisi del ciclo di vita, il team di Holcim ha determinato una riduzione del 68 per cento (per metro quadrato) dell’impronta di carbonio dei materiali utilizzati, rispetto a un tetto di tegole in cemento.

 

La giuria ha attribuito all’unanimità il BancaStato Swiss Architectural Award 2024 allo studio Al Borde per: il Mirador Aula (Aula Belvedere) nella foresta protetta del Cerro Blanco, Guayaquil, Ecuador, 2021-2022; il Raw Threshold Pavilion a Sharjah, Emirati Arabi Uniti, 2022-2023; la Biblioteca comunitaria Yuyarina Pacha, Huaticocha, Provincia de Orellana, Ecuador, 2023-2024, con la seguente motivazione:
I lavori presentati da Al Borde hanno convinto la giuria per molteplici ragioni. Oltre all’approccio collettivo alla progettazione e alla costruzione, che si riflette anche nel coinvolgimento delle comunità locali, e alla particolare attenzione agli aspetti climatici, le opere di Al Borde manifestano un’interpretazione ampia e profonda del concetto di sostenibilità, perché radicata nella storia dell’architettura e in un ampio spettro di riferimenti che vanno dalle tecniche costruttive tradizionali alle sperimentazioni moderne. La loro ricerca riguarda anche la reinterpretazione innovativa dei materiali locali, la definizione di un vernacolo contemporaneo e le questioni cruciali in corso a livello locale: temi che Al Borde affronta con singolare coerenza e radicalità”.

 

Al Borde, Raw Threshold Pavilion, Sharjah, Emirati Arabi Uniti / United Arab Emirates, 2022-2023. Ph. ©Danko Stjepanovic

Già scuola elementare, la Al Qasimiyah School è diventata sede della Triennale di Architettura di Sharjah. Per questo motivo, la struttura è passata da uno spazio racchiuso da un muro perimetrale, il cui scopo era quello di prendersi cura dei bambini, a uno spazio aperto e connesso con l’ambiente circostante e la città. Questa apertura ha creato nuovi modi di occupare lo spazio. I nuovi accessi pedonali a nord e ad ovest convergono su una piattaforma che offre l’opportunità di evidenziare questo punto di incontro e di creare una soglia accogliente, delimitata da un’ombra che crea le condizioni per abitare l’esterno. Era necessaria una struttura portante che poteva essere realizzata con qualsiasi materiale disponibile, ma, per ridurre al minimo l’energia utilizzata nella produzione, nella trasformazione e nel trasporto, si è deciso di impiegare dei pali di legno che dopo la sostituzione con nuovi pali di metallo giacevano inutilizzati nei magazzini dell’Autorità per l’elettricità, l’acqua e il gas di Sharjah. Selezionano i migliori e tagliando le estremità danneggiate e sono ottenuti fasci di tronchi di diverse dimensioni, abbastanza alti da assemblare una struttura in grado di creare ombra.
L’ombra è creata da stuoie di palma, materiale ampiamente disponibile in loco e facilmente reperibile in qualsiasi bazar. Questo approccio al progetto si è tradotto in un’opera grezza e tattile, realizzata con materiali naturali che permettono di stabilire un discorso intimo e diretto con il luogo.

 

Al Borde, Biblioteca comunitaria Yuyarina Pacha, Huaticocha, Provincia de Orellana, Ecuador 2023-2024. Ph. ©JAG Studio.

L’edificio si trova nella comunità di Huaticocha, nella zona cuscinetto della Riserva della Biosfera di Sumaco, nell’Amazzonia ecuadoriana. Nel 2019 un’associazione agricola che si occupa di caffè aveva avviato un progetto pilota di educazione informale dei bambini. Quello che è iniziato come un club di lettura è diventato uno spazio di apprendimento integrale e, poiché non c’erano spazi per le riunioni nella comunità, doveva svolgere anche questa funzione. Queste esigenze hanno portato alla configurazione finale del progetto, che prevede la suddivisione del programma su tre livelli: il piano terra aperto è dedicato a laboratori artistici e scientifici che prevedono l’uso di acqua, materiali plastici, cibo o altro e funge anche da spazio per eventi informali dell’associazione e altri incontri spontanei; il primo piano che ospita le collezioni della biblioteca, permettendo ai bambini di accedere ai libri a scaffale aperto, e accoglie anche assemblee e altre attività; infine, il secondo piano si concentra sui linguaggi digitali, attraverso tablet e computer che custodiscono registrazioni sonore di storie che salvaguardano la memoria orale della comunità. Quest’ultimo livello ospita anche un’emeroteca che può essere fruita in una balconata affacciata sul vuoto centrale del primo piano.
La struttura principale del progetto è realizzata in Chonta, una palma dell’Amazzonia nota per la sua incredibile durata e resistenza e che può essere ancorata direttamente al terreno senza doverla impermeabilizzare.
Impiegando materiali organici e irregolari, la precisione millimetrica è stata una sfida. Pertanto, il progetto considera le possibili variazioni e si adatta alle imperfezioni dei materiali stessi. Il tetto di paglia, caratterizzato da una forte pendenza, risponde al clima piovoso della regione e, per la biblioteca, si è deciso di incorporare un lucernario in vetro nel colmo, che fornisce un’illuminazione zenitale e facilita anche la costruzione e la manutenzione dell’edificio, perché il colmo in un tetto di paglia è la parte più complessa da costruire.
La biblioteca comunitaria Yuyarina Pacha non è solo uno spazio per la conoscenza, ma una testimonianza della capacità delle comunità rurali di affrontare il proprio sviluppo nonostante l’incuria dello Stato, mostrando una cultura che ha un rapporto più rispettoso con il luogo che abita.

 

La giuria della nona edizione del premio, presieduta da Mario Botta, ha visto la partecipazione di Walter Angonese (direttore, USI-Accademia di architettura), Sophie Delhay (direttrice, Section d’Architecture Epfl-Enac), Matthias Kohler (decano, Etzh-Departement Architektur) e Xu Tiantian (Cina, vincitrice dell’ultima edizione del premio).

I 31 candidati a questa edizione, provenienti da 17 Paesi, sono stati nominati da un comitato di advisor composto da Manuel Aires Mateus, Lisbona; Solano Benitez, Asunción; Giacomo Borella, Milano; Stéphanie Bru, Parigi; Angelo Bucci, São Paulo; Marianne Burkhalter, Zurigo; Antón García-Abril, Madrid; Sean Godsell, Melbourne; Shelley McNamara, Dublino; Valerio Olgiati, Flims; Martino Pedrozzi, Mendrisio; Adolph Stiller, Vienna; Elisa Valero, Granada.

Il premio di 100.000 franchi svizzeri sarà consegnato l’8 maggio 2025 presso l’Auditorio del Teatro dell’architettura Mendrisio dell’Università della Svizzera italiana. In occasione della cerimonia verrà inaugurata l’esposizione dei progetti presentati dai candidati.

Al Borde

Al Borde è uno studio di architettura con sede a Quito (Ecuador). È stato fondato nel 2007 da David Barragán (1981), Pascual Gangotena (1977), Maríaluisa Borja (1984) e Esteban Benavides (1985), laureati alla Scuola di Architettura, Design e Arti della Pontificia Universidad Católica dell’Ecuador.

Al Borde dichiara di “muoversi nel territorio del dubbio, dove le certezze su ciò che l’architettura dovrebbe o non dovrebbe essere sono in costante evoluzione. Le idee si sviluppano in corso d’opera, precisandosi nella relazione con il luogo”, perché le loro opere sono “costruite con le risorse e le tecniche locali, dove il territorio è sempre una variabile specifica e unica. I progetti diventano dunque una radiografia di un determinato luogo e dei costumi delle persone che lo abitano, della loro storia, dei loro problemi e dei loro bisogni”.
Al Borde persegue un’architettura, la cui estetica è consapevole dell’energia spesa nella sua costruzione: un’architettura apparentemente senza sforzo, nella quale i materiali sono connessi in modo chiaro e logico e gli utenti sono coinvolti in un processo di progettazione e costruzione partecipativa.

Lo studio ha ricevuto importanti riconoscimenti, tra cui il Global Award for Sustainable Architecture 2013. Le opere di Al Borde sono state presentate in numerose esposizioni e i suoi membri fondatori sono stati docenti, critici o conferenzieri invitati in università o istituti di ricerca, fra cui la Columbia University di New York; la Oregon University; la Tongji University di Shanghai e la Cité de l’Architecture etdu Patrimoine di Parigi.

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