Artefice del ciclo di affreschi della Basilica Inferiore di Assisi Storie del Cristo e storie di san Francesco ma il cui nome è tuttora sconosciuto, il Maestro di San Francesco – così chiamato dalla tavola con l’effigie del Santo dipinta su un’asse dove, secondo la tradizione, Francesco spirò – è il protagonista della grande mostra allestita nelle sale della Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia (fino al 9 giugno).
La Galleria Nazionale dell’Umbria conserva il principale nucleo delle opere su tavola del Maestro di San Francesco, come la Croce datata 1272, proveniente dalla chiesa perugina di San Francesco al Prato, la prima nella quale Cristo viene ritratto con gli occhi chiusi, segno di umana sofferenza più che di resurrezione.
La croce è il cardine intorno al quale ruotano gran parte delle opere del pittore, che tornano in Umbria da vari musei del mondo, tra cui il Louvre, la National Gallery e il Metropolitan di New York, e delle altre opere, tutte di artisti che operarono nella regione nel Duecento negli stessi decenni di Cimabue e qualche anno prima di Giotto.
La sezione superstite del dossale dipinto su entrambi i lati che sull’altare maggiore di San Francesco al Prato integrava visivamente la grande Croce è esposta in una vetrina climatizzata.
A lato del Maestro di San Francesco vengono ricostruite le figure di comprimari come il Maestro delle Croci francescane e il Maestro della Santa Chiara, grazie all’eccezionale presenza, per quest’ultimo, della pala agiografica proveniente dalla Basilica della santa, datata 1283, e della monumentale croce dipinta del Museo Civico Rocca Flea di Gualdo Tadino.
La produzione del Maestro del Trittico Marzolini, che mostra singolari affinità con la miniatura armena, è eloquente testimonianza eloquente della straordinaria polifonia di opere e artisti dell’Umbria del secondo Duecento, cresciuta all’ombra del cantiere internazionale di Assisi.
La mostra offre inoltre una documentazione articolata e per quanto possibile sistematica dell’intera produzione pittorica in Umbria negli anni di attività del Maestro di San Francesco, dalla metà del Duecento all’avvio del cantiere pittorico della chiesa superiore della Basilica di Assisi con le opere di Giotto.
Punto di partenza emblematico del percorso l’opera umbra di Giunta Pisano (anteriore al Maestro di San Francesco) rivalutando con una data più alta, verso il 1230, il dossale con San Francesco e quattro miracoli post mortem del Museo del Tesoro della Basilica papale di San Francesco in Assisi, uno dei capolavori del secolo, a confronto con l’altra versione della Pinacoteca Vaticana e con la Croce firmata della Porziuncola.
Non meno rilevante la possibilità di apprezzare le opere del probabile Gilio di Pietro da Pisa, attivo alla metà del secolo, a Siena e Orte.
L’enigma del Maestro di San Francesco. Lo stil novo del Duecento umbro è curata da Andrea De Marchi, Veruska Picchiarelli e Emanuele Zappasodi.
La mostra è frutto della collaborazione fra la Galleria Nazionale dell’Umbria, il Ministero della Cultura, la Basilica papale e Sacro Convento di San Francesco in Assisi e la Provincia Serafica “San Francesco d’Assisi” dei Frati Minori dell’Umbria, con il supporto della Fondazione Perugia e in sinergia con la Regione Umbria.