CITYLIFE TORRE LIBESKIND ARRIVATA AL TETTO

Settimana scorsa torre Libeskind, nel quartiere milanese di Citylife, ha raggiunto l’ultimo piano.

Già destinata ad ospitare gli uffici della società di consulenza PwC, con la sua caratteristica fisionomia curva la torre completa, insieme alle torri Isozaki/Allianz e Hadid/Generali, il panorama direzionale del quadrante dell’ex-Fiera campionaria milanese.

Come già per la torre Hadid, per la platea di fondazione, il core, i pilastri e i solai di torre Libeskind sono stati impiegati complessivamente 80.000 mc di cemento Holcim (Italia), 6.000 dei quali per le sole fondazioni, pompati in continuo nel corso di 30 ore ininterrotte di lavoro per comporre la base esagonale irregolare della torre, di 66 metri per 40 con uno spessore di 2,50 metri.

Il cantiere di torre Libeskind a Milano. Il completamento della struttura mette in evidenza tutta la peculiarità del disegno curvo del progetto di Daniel Libeskind (foto courtesy Holcim Italia, ©Alessandro Baratelli).

 

Per  contrastare il rischio di fessurazioni a cui sono esposte platee di questa imponenza il mix design dei tecnici Holcim Italia ha previsto l’utilizzo di cemento pozzolanico 32.5R IV/A, a basso calore di idratazione, in classe di resistenza C32/40, con uno slump assimilabile a quello di un SCC.

Come evidenzia Calogero Santamaria, plant manager di Holcim Italia, «in 30 ore abbiamo messo in campo tre impianti di calcestruzzo preconfezionato: Novate, Segrate e Assago; tre cave di aggregati: Segrate, Pioltello e Gorla Minore; l’impianto produttivo di Merone; tre pompe di calcestruzzo con braccio da 50 metri; più di 45 betoniere e 18 mezzi per il trasporto di aggregati e oltre 100 persone coinvolte nell’arco di 30 ore. Ma al di là dell’organizzazione logistica, dell’organizzazione del personale e di tutti quegli aspetti legati alla sicurezza, in opere come questa è il mix design a rappresentare l’aspetto più delicato. Non è così semplice creare ricette di calcestruzzo tali da renderlo sia pompabile in quota sia esteticamente gradevole sia, soprattutto, raggiungere elevatissime resistenze a compressione che permettano di snellire le strutture portanti». 

Diversa infatti la ricetta per la realizzazione dei pilastri e dei solai, con un cemento in classe di resistenza C45/55 ma sufficientemente fluido per scorrere facilmente all’interno della pompa per raggiungere i 200 metri di altezza (l’ultimo solaio si ferma in realtà a 130) e con un aspetto finale gradevole, dal momento che nel progetto di Daniel Libeskind i pilastri sono lasciati a vista.

Holcim Italia, che aveva già fornito la materia prima strutturale con cui è stata innalzata l’elegante torre Hadid/Generali (100.000 mc di calcestruzzo e più di 40.000 tonnellate di cemento pozzolanico), a Milano sta fornendo il cemento per larga parte della nuova linea metropolitana M4 ed è coinvolta nei cantieri di Gioia 22 e della torre Unipol di Mario Cucinella a Porta Nuova.

Cemento Holcim per le platee e le strutture di entrambe le torri direzionali Hadid (in primo piano) e Libeskind a Milano CityLife (foto courtesy Holcim Italia, ©Alessandro Baratelli).

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