Lunedì 21 giugno, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea inaugura Cosmowomen. Places as Constellations, a cura dell’architetta Izaskun Chinchilla.
Inizialmente prevista per giugno 2020, la mostra abita lo spazio del Salone Centrale del museo con tre complesse strutture monumentali ispirate alle sfere armillari: modelli ridotti del cosmo visto dalla prospettiva terrestre, usati come strumenti astronomici nell’antichità e nel Medioevo per determinare la posizione dei corpi celesti.
Le tre sfere monumentali – il Gineceo, l’Onsen e il Parlamento – rappresentano tre luoghi di convivenza che hanno avuto un ruolo importante nella costruzione della cultura comune delle donne, rappresentando allo stesso tempo anche luoghi di esclusione o segregazione. Tramite essi la mostra riflette sulla relazione che il corpo sessuato intesse, rispettivamente, con uno spazio intimo, naturale e pubblico.
Attorno a questi luoghi simbolici e attraverso molteplici sotto-sfere, nuove generazioni di donne architetto propongono modelli alternativi di progettare e mettersi in relazione con lo spazio, gli altri esseri umani e il pianeta, formulando riflessioni circa le forme dell’abitare, il co-living e la collaborazione.
L’ipotesi fondamentale della mostra è che la piena integrazione delle donne nel settore professionale e accademico dell’architettura genererebbe nuovi “luoghi di riflessione”, o ne consoliderebbe e amplierebbe altri già esistenti, intensificando infine le relazioni tra di essi dando vita ad una sorta di ‘costellazione’.
Con una selezione di 71 progetti e 283 immagini grafiche e disegni, la mostra presenta il lavoro di 65 donne architetto, originarie di oltre 20 Paesi e provenienti dalla Bartlett School of Architecture di Londra.