Da tribunale a università, e l’auditorium si confronta con la storia
Da tribunale a università, e l’auditorium si confronta con la storia
Con il nuovo centro conferenze del College del Politecnico di Jihlava (VŠPJ) in Repubblica Ceca, Qarta architektura giustappone una struttura dalla concezione contemporanea all’architettura storica del Politecnico, un tempo tribunale e carcere comunista. Il rigore, la rigidità e l’atmosfera opprimente della prigione sono sostituiti da un ambiente stimolante e anticonformista che contiene frammenti di storia, ma che offre prospettive nuove e ottimistiche.
La sede del Politecnico di Jihlava, un edificio di tre piani con cortile interno a pentagono, è un edificio del 1905. Smantellato il tribunale nel 1960, l’edificio ospitò aule universitarie fino alla fondazione del Politecnico nel 2004. Nel 2016 lo studio ceco Qarta architektura è stato incaricato della progettazione di un nuovo auditorium sul terreno libero sul fronte nord della sede universitaria, allo scopo di aggiungere una sala conferenze più capiente di quella già presente all’interno del palazzo e ospitare così un crescente numero di studenti.
L’auditorium, connesso al palazzo novecentesco da un atrio vetrato, occupa un’area irregolare: la sua pianta a triangolo equilatero, con i vertici arrotondati, infonde a questo spazio residuale una precisa definizione. Leggermente rialzata dalla strada, la nuova sala si erge sopra un’ampia gradinata in pietra. Pur trattandosi di un fronte secondario, il lato nord dell’edificio universitario assume rilievo nel paesaggio urbano.
L’auditorium è un volume in cemento armato con finitura a intonaco grigio, rivestito da lamelle verticali in alluminio montate su un telaio in acciaio. Montati a poca distanza gli uni dagli altri, questi elementi che formano una seconda pelle in offset sulla superficie laterale del blocco creano prospetti cinetici, in forte contrasto con l’ordine del palazzo alle sue spalle. Gli stucchi restaurati di quest’ultimo si pongono in confronto diretto con il concetto di decorazione espresso dagli elementi metallici della nuova aula.
Il rivestimento high-tech delle pareti resta sollevato di qualche metro da terra, idealmente riproducendo un drappeggio che scopre i due portali d’ingresso e dando vita a uno spazio di transizione tra spazio all’aperto e ambiente chiuso.
Gli interni sono frutto del confronto con la sala del tribunale, con la sua copertura a volte, la decorazione in stucco, la boiserie in legno, le finestre a lunetta e il lampadario in ottone riccamente decorato. L’auditorium al contrario presenta una struttura in calcestruzzo gettato in opera e una copertura unica in acciaio con travi a stella; le superfici in cemento grezzo a vista sono finite con infissi grigio antracite, rivestimenti e tessuti neri e pavimento in legno naturale.
La scelta di materiali resistenti all’uso, di superfici durevoli e di finiture industriali, l’illuminazione puntuale e direzionata e l’acustica studiata, presentano un ambiente confortevole e flessibile. Come richiesto dalla committenza infatti, questa sala non serve solo l’università ma è a disposizione della comunità per eventi che prevedono oltre 300 persone.
Il vicesindaco di Jihlava, Martin Laštovička, ha commentato così l’importanza della nuova sala: «Jihlava desiderava da tempo avere un proprio campus universitario. Consideriamo la presenza degli studenti essenziale per il progresso culturale della città. Il centro conferenze e l’auditorium hanno rafforzato considerevolmente l’immagine dell’istituto. L’auditorium rappresenta lo spazio per conferenze più grande attualmente disponibile ed è quindi diventato una sede importante per svariati eventi sociali. Durante le limitazioni imposte dal Covid-19, qui si sono tenute anche le riunioni della giunta comunale. Per la città e la regione l’edificio riveste anche un significato simbolico. Negli anni Cinquanta è infatti stato sede di un controverso processo-farsa del partito comunista e delle successive esecuzioni: con il nuovo edificio si può finalmente voltare pagina su questo doloroso passato. La sua architettura contemporanea lancia un chiaro messaggio. L’abbattimento del muro della prigione, alto cinque metri, ci ha offerto panorami nuovi e ottimistici. Per molti versi, l’edificio stesso sembra partecipare attivamente alla riscoperta dell’identità politica, sociale e culturale di Jihlava».