Nel 2020 gli architetti Elisa Evaso e Luca Guglieri – Monostudio Associati – decide di investire tempo e risorse in una ricerca legata al riuso dei materiali di valore. Inizia così l’avventura di Monoferments, che li conduce a bussare alle porte dei negozi vicino casa con una richiesta semplice: la consegna di spazzatura e scarti per realizzare una palette di materiali circolari, sostenibili e biofilici.
Dopo le prime sperimentazioni gli architetti si presentano a due realtà imprenditoriali molto differenti che permetteranno loro di realizzare il materiale numero uno della palette, definita semplicemente circolare: due prototipi di piastrella per pavimento e tre per rivestimento di interni.
Antonio e Davide Benedet, proprietari di Mipa – leader europeo nella produzione di graniglia di marmo con sede a Ravarino (Modena) – accettano di condividere i loro scarti e lavorare su questo nuovo materiale salvando la polvere e il macinato di marmo che, come fondi dei sacchi, sarebbero andati in discarica.
I residui vengono così mescolati con gli scarti alimentari del ristorante tre stelle Michelin Osteria Francescana: gusci d’uovo e fondi di caffè che grazie alla loro natura chimica interagiscono in modo interessante con il marmo riciclato e regalano poesia al materiale.
Per otto mesi Elisa e Luca sperimentano insieme a Mipa le percentuali ottimali di marmo, caffè e guscio d’uovo mantenendo come legante un 20 per cento di cemento e attendendo i risultati dopo la pressatura e la stagionatura in cella dei prototipi.
Il guscio d’uovo, composto in maggior parte da carbonato di calcio, si inserisce bene nell’impasto composto da polvere e granulato di marmo. Piccoli pezzi di guscio d’uovo spuntano dalle piastrelle: una valenza estetica di interessante imperfezione e un richiamo alla biofilia, alla natura e alla vita. I fondi di caffè pigmentano l’impasto e creano, grazie alla loro base acida, una reazione opposta di vuoti e piccoli solchi che favoriscono un aspetto materico. Per ultimo uno sguardo al design del prodotto, anch’esso in un’ottica di sostenibilità: la scelta condivisa di utilizzare uno stampo già presente nell’archivio Mipa.
«Le piastrelle sono stonalizzate e imperfette, questa è la loro forza. Immaginare un interno, una casa realizzata con questo materiale – dicono Elisa e Luca – ci fa pensare subito alla connessione diretta con i nostri sensi. Oltre all’impronta materica visiva e tattile, stiamo lavorando anche a una possibile e futura esperienza olfattiva».
Dopo la realizzazione del primo materiale, gli architetti sono oggi in fase di sviluppo di una pittura, una carta da parati, un parquet, un tessuto e una lastra di vetro.
Monoferments è una chiamata aperta alle aziende italiane a farsi avanti per sperimentare con Monostudio Associati in un’ottica di business circolare, allontanandosi dall’insostenibile modello di crescita lineare ‘estrarre-fabbricare-usare-buttare’.