Secondo il Global Footprint Network (Gfn), sabato 22 agosto sarà l’Earth Overshoot Day, il giorno in cui avremo consumato tutte le risorse naturali che il Pianeta può fornire ogni anno.
La notizia singolare è che quest’anno, a causa dei lockdown, abbiamo “guadagnato” più di tre settimane: le chiusure della produzione e dei trasporti secondo il Gfn hanno ridotto il consumo di risorse naturali del 9,3 per cento rispetto all’anno precedente (meno 14 per cento per quanto riguarda le sole emissioni di CO2).
Messi in un altro modo, i calcoli mostrano comunque che per sostenere l’attuale livello di crescita e di consumo avremmo bisogno di 1,6 pianeti Terra, ma naturalmente si tratta di una media: se in tutto il mondo i consumi crescessero al ritmo Stati Uniti d’America, di pianeti ne servirebbero cinque.
Naturalmente, così come per il prodotto interno lordo delle nazioni (in cui confluiscono anche i costi degli incidenti stradali e dei funerali), anche i metodi per calcolare l’impronta delle attività dell’uomo sulle risorse naturali possono risultare sommari (la metodologia adottata può essere approfondita a questo link) ma suonano comunque come un campanello d’allarme se è vero che solo sessant’anni fa il footprint dell’umanità era pari al 73 per cento della capacità del Pianeta di rigenerarsi.