La Serpentine Galleries ha affidato a Marina Tabassum e al suo studio Mta l’incarico di progettare il prossimo padiglione estivo che verrà inaugurato il 6 giugno nei Kensington Gardens.
Collocato longitudinalmente all’edificio Serpentine South, il nuovo padiglione – che si intitola A Capsule in Time – è una costruzione curva in legno che richiama sia la tradizione occidentale delle pergole nei parchi sia quella asiatica delle tende Shamiyana.
La struttura in legno sostiene elementi a volta che alle estremità formano due semicilindri curvi, sorta di alcove che proteggono dalla pioggia, mentre al centro, in linea con la torretta dell’edificio neoclassico della Serpentine South, lasciano spazio a una corte con un albero al centro.
L’involucro è formato da tessuti semitrasparenti che la sera lasciano filtrare la luce, ancorati a una sottostruttura in bambù, con una tecnica analoga a quella impiegata nelle regioni dell’Asia meridionale per erigere tendoni in occasione di feste e celebrazioni collettive.
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Come ha spiegato Marina Tabassum, il concept e il nome del padiglione discendono da una riflessione sulla relazione tra permanenza e impermanenza: mentre in genere l’architettura aspira a sopravvivere al tempo, è uno strumento – come ha affermato – «per lasciare un’eredità, soddisfacendo l’intrinseco desiderio umano di continuità oltre la vita, nel delta del Bengala invece è effimera, poiché le abitazioni cambiano posizione con i corsi dei fiumi». Ecco dunque che la memoria del tempo in questo caso diventa «memoria degli spazi vissuti, che prosegue attraverso i racconti» che le genti fanno quando si incontrano sotto una tenda per festeggiare un matrimonio, per esempio.
Così sarà anche il suo Serpentine Pavilion, «una piattaforma unica sotto il sole estivo per unirsi tra persone ricche di diversità» e scambiarsi conversazioni e racconti.
L’idea della Serpentine Galleries di commissionare ad architetti dei padiglioni estivi dove svolgere talk e conferenze – tra cui gli appuntamenti delle Park Nights – o dove semplicemente incontrarsi è nata nel 2000, con il primo incarico affidato a Zaha Hadid, ed è proseguita anno dopo anno, diventando spesso una vetrina di talenti allora emergenti, come Junia Ishigami e Francis Kéré.
Da undici anni consecutivi il Serpentine Pavilion viene realizzato, ogni volta diverso, con il sostegno di Goldman Sachs e quest’anno con lo sponsor tecnico Aecom.
Marina Tabassum Architects
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Marina Tabassum (1969, Dacca, laureata nel 1995 alla Bangladesh University of Engineering and Technology) ha fondato lo studio Mta nel 2005, dopo dieci anni in Urbana, lo studio che aveva fondato con Kashef Chowdhury.
Noto per il suo impegno politico, sociale ed ecologico, lo studio si concentra anche sul ruolo dell’architettura nell’affrontare le condizioni di vita degli emarginati della regione, come dimostra la celebre Khudi Bari (2020 – in corso), struttura mobile modulare sviluppata per coloro che vivono sui letti di sabbia dei fiumi Jamuna, Meghna e Teesta, con la possibilità di essere facilmente smontate e spostate quando giungono le inondazioni portate ai monsoni.
Marina Tabassum è stata visiting professor in numerose università nel mondo e insegna alla Delft University of Technology in Olanda. Tra i premi che ha ricevuto, la Soane Medal inglese, la medaglia d’oro all’Academia di Architettura francese e – nel 2016 – l’Aga Khan Award for Architecture per la moschea Bait ur Rouf.
Infine, Marina Tabassum è presidente dell’executive board di Prokritee, un’organizzazione del commercio equo e solidale che promuove il lavoro di migliaia di donne artigiane del Bangladesh, è fondatrice e presidente della Foundation for Architecture and Community Equity (Face), organizzazione non profit focalizzata sui temi del cambiamento climatico e sulla responsabilità dell’architettura nel crear condizioni di vita dignitose per le popolazioni marginalizzate.