Emilio Isgrò cancella anche i Codici. A Bologna dal 2 al 10 febbraio

  • «Ho cancellato il Codice civile e il Codice penale perché senza parola non c’è diritto, e senza diritto non c’è democrazia. Il primo impegno dell’arte è quello di discutere in un mondo che urla»
  • Emilio Isgrò

A Bologna, nella sede della più antica facoltà di Giurisprudenza al mondo, Emilio Isgrò cancella 29 testi giuridici, tra cui il Codice Civile e il Codice Penale.
La mostra Cancellazione dei Codici – Civile e penale a Palazzo Malvezzi, a cura di Cristina Mazzantini (direttrice Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma), Lorenzo Balbi (direttore MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna) e Marco Bazzini (responsabile scientifico Archivio Emilio Isgrò), si svolge da venerdì 2 febbraio (opening 1 febbraio ore 17), in concomitanza con Art City Bologna, per concludersi il 10 febbraio.

 

Dalle due pagine emerge la frase “Si presume che il fosso appartenga alla luce e all’aria” (©Archivio Emilio Isgrò).

 

Arricchisce il percorso espositivo la cancellatura de Il discorso di Pericle agli ateniesi riportato nel libro II dell’opera di Tucidide La Guerra del Peloponneso.

 

Il discorso di Pericle, Vol. 1 (2022, ©Archvio Emilio Isgrò).

 

Come in tutta la sua carriera di ‘cancellatore’, avviata nel lontano 1964, gli interventi di Isgrò, che in questo caso è stato coadiuvato dai redattori della casa editrice Giuffrè Francis Lefebvre, esperti di diritto, si rivelano graffianti per la loro incontestabile verità. Su un testo cancellato in nero e bianco, attraversato anche da qualche formica – altro recente toposdi Isgrò – le parole superstiti danno voce a nuove interpretazioni del testo come, ad esempio, “I condomini sono l’autorità giudiziaria” o “La falsa dichiarazione sulla propria identità, dichiara o attesta altre qualità”.
Perché Il cancellare è un gesto contraddittorio tra distruzione e ricostruzione. Attraverso la cancellatura le parole restituiscono nuova linfa a un significante portatore di più significati. La cancellatura è la lingua inconfondibile della ricerca artistica di Emilio Isgrò che oggi appare come una filosofia alternativa alla visione del mondo contemporaneo: spiega più cose di quanto non dica.

 

Emilio Isgrò in un recente ritratto di Luisa Porta

 

«La cancellazione dei Codici – osserva la co-curatrice della mostra di Bologna Cristina Mazzantini – conferma l’intensa relazione tra la ricerca artistica di Isgrò e la sua militanza sociale. Avvertendo una crisi planetaria, Isgrò usa l’arte, responsabile nei confronti della storia, per difendere la democrazia. A partire dalle origini ateniesi, cancella la letteratura giuridica più attuale, mettendo in luce quelle parole che meglio garantiscono la libertà e l’emancipazione».

Promossa da Archivio Emilio Isgrò e curata da Cristina Mazzantini, Lorenzo Balbi e Marco Bazzini, Cancellazione dei Codici – Civile e penale è realizzata in collaborazione con Settore Musei Civici Bologna | MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, il Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Alma Mater Studiorum Università di Bologna, la casa editrice Giuffrè Francis Lefebvre, con il contributo di UniCredit e il sostegno di Galleria Gaburro.

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