ETTORE SOTTSASS E IL VETRO

La mostra che si terrà sull’isola di San Giorgio Maggiore a Venezia dal 10 aprile e interamente dedicata alle sue produzioni in vetro è la prima a celebrare il centenario della nascita di Ettore Sottsass.

Risalgono al 1947 – quando collaborava con la Triennale di Milano – le prime esperienze di Sottsass con il vetro, materiale che continuerà a utilizzare collaborando con le più importanti vetrerie dell’epoca: Vistosi, Toso Vetri d’Arte, Cenedese, Venini – solo per citarne alcune – e di cui la mostra Ettore Sottsass: il vetro vuole dare testimonianza ripercorrendone le varie tappe, raccogliendo oltre 200, tra oggetti e disegni, in gran parte provenienti dalla collezione di Ernest Mourmans e molti dei quali mai esposti al pubblico, realizzati tra il 1947 e il 2007.

«Il vetro è un materiale pazzesco, misterioso, trasparente, fragile» – affermava Sottsass nel 2007 in una delle sue ultime uscite pubbliche – Dietro il vetro c’è un universo di esperienze secolari. In occasione di una delle prime Triennali, dopo la guerra, mi hanno chiesto di fare un vetro e mi ricordo che allora facevamo delle palle con disegno scozzese, c’erano cioè righe chiare e scure che si intrecciavano. È stata la mia prima esperienza di questa attività».

Ettore Sottsass, Kachina 10, 2009-2011, vetro soffiato e Corian, ph. ©Jean Bernard

 

Sottsass proverà sempre una grande fascinazione per gli aspetti quasi magici del processo di creazione del vetro: «Il vetro, come la ceramica del resto, ha un’altra qualità strana: entra nel fuoco e non si sa cosa va dentro. Poi di colpo esce un oggetto puro perché bruciato dal fuoco, un oggetto di una purezza totale, di un’intangibilità fisica totale. Come una visione. Si è veramente coinvolti in questo processo del vetro. Il vetro è uno spettacolo».

 

Sebbene in contatto con Murano almeno dagli anni Quaranta, Sottsass si misura veramente con le molteplici soluzioni offerte dal vetro solo a partire dagli anni Settanta, con la prima serie realizzata per la vetreria Vistosi.

In seguito, dopo la fondazione del gruppo Memphis (1981), disegna vere e proprie sculture affidate ai maestri della vetreria Toso vetri d’Arte: oggetti di vetro con un proprio carattere, che esaltano il colore e la trasparenza del materiale, non più solo dei contenitori. È nell’ambito di questa collaborazione che introduce l’impiego della colla chimica, sfidando la secolare tradizione del vetro muranese.

Lavorerà poi anche per la Venini, sia disegnando lampade che oggetti distanti da finalità d’uso, senza mai perdere di vista le sofisticate combinazioni cromatiche create dalle sovrapposizioni dei piani in vetro.

 

«I vetri di Sottsass sono organismi complessi, disegnati come se fossero dei personaggi – spiega Luca Massimo Barbero, curatore della mostra (e direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini) L’architetto-artista spezza i confini tecnici degli oggetti con l’intrusione di materiali come vetro, plastica, Corian, vivificandoli. Sono presenze composte da più elementi che ruotano comunque attorno al vetro, elemento puro e misterioso, che nasce da un’alchimia di elementi naturali trasformati dal fuoco. Ettore Sottsass: il vetro è una mostra che fa ripensare all’attualità del vetro di Murano, una vitalità che guarda al futuro».

Ettore Sottsass, Kachina 05, 2009-2011, Cirva Marsiglia, ph. ©Jean Bernard

 

Dalla fine degli anni Ottanta Sottsass sperimenta anche tecniche differenti da quelle muranesi con aziende a vocazione industriale come Alessi, Baccarat, Egizia, Fontana Arte, Serafino Zani e Swarovski che lo portano a confrontarsi sia con la precisione del taglio sia con la secolare tradizione del cristallo.

La mostra darà conto anche della collaborazione col Cirva di Marsiglia, centro di sperimentazione del vetro, dove dal 2004 Sottsass realizza la serie delle Kachinas, ispirata alle omonime bambole votive indiane.

La mostra Ettore Sottsass: il vetro sarà accompagnata da un catalogo – edito da Skira –  con saggi di Luca Massimo Barbero, Cristina Beltrami, Françoise Guichon e Marino Barovier, con vastissimo apparato iconografico che include anche molti disegni e un regesto che darà conto di cinquant’anni di produzione vetraria.

Ettore Sottsass, Upupa, 2003, Vetreria Etrusca, ph ©Riccardo Bianchi

 

Ettore Sottsass: il vetro

 

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